CAMPAGNA R2020 “5G: chiediamo verità”

Parte la campagna di R2020 per chiedere a chi di dovere di prendersi le proprie responsabilità. Qui trovate tutti i moduli per fare ACCESSI AGLI ATTI, alle amministrazioni e agli enti competenti e, in caso di mancata risposta, proseguire sul piano giuridico.

Tutta la popolazione è attualmente esposta a Campi Elettro Magnetici (CEM) ad alta frequenza (emessi da antenne dei servizi radio e TV, punti di accesso Wi-Fi, router, adattatori client, smartphones, tablets, telefoni cordless, cellulari comprese le loro basi, dispositivi Bluetooth) e a bassa frequenza (emessi, ad esempio, da cavi elettrici, lampade ed elettrodomestici).

A tutto questo si aggiunge ora il 5G (“5th Generation”), che userà le bande 700 MHz, 3.4-3.8 GHz, 26 GHz e, successivamente, le bande comprese nella gamma tra 24.25 e 86 GHz (Fonte: AGCOM). Il livello di Radiazioni a radiofrequenza per interni in ambienti industrializzati i paesi sono aumentati di 5.000 volte dal 1985 al 2005 (Maes, 2005).

Fino al 1940 il fondo naturale pulsato era di 0,0002 V/m. Attualmente il tetto legalizzato in Italia è di 6 V/m (media su 24 ore) e con il 5G potrebbe crescere ulteriormente fino a 61 V/m, come recentemente richiesto dagli operatori di telefonia mobile che si sono aggiudicati all’asta le prime frequenze utili all’implementazione della nuova infrastruttura di rete.

Ormai tantissimi studi scientifici certificano che le emissioni elettromagnetiche hanno ripercussioni anche gravi sulla nostra salute, nonché forti impatti sull’ambiente. Migliaia di studi peer-reviewed mostrano una vasta gamma di danni al Dna statisticamente significativi, tumori cerebrali e cardiaci, infertilità e così tanti altri disturbi. Ben 224 medici, scienziati e ricercatori di 40 nazioni hanno firmato un appello all’Unione Europea, mentre oltre 150.000 sono le adesioni provenienti da 203 diversi paesi al mondo rivolte all’Organizzazione Mondiale della Sanità e alle Nazioni Unite per proteggere la salute pubblica dalle radiazioni wireless multiple e cumulative. Recenti studi pubblicati dal Centro per ricerca sul cancro dell’Istituto Ramazzini hanno infatti evidenziato un aumentato rischio correlati alle radiofrequenze, sia per i tumori alla testa che per gli schwannomi. Risultati in linea con il National Toxological Program l’ente pubblico americano che, a seguito di uno studio costato oltre 25 milioni di dollari d’investimento, ha stabilito una “chiara evidenza” della correlazione tra alta esposizione alle radiofrequenze e l’insorgenza di tumori del cuore (tumori delle cellule di Schwann come per il Ramazzini). Questi e altri studi hanno portato l’Agenzia Internazionale per la Ricerca sul Cancro (IARC) ad indicare come prioritaria una revisione della cancerogenesi delle radiofrequenze onde non ionizzanti attualmente in Classe 2B, possibili agenti cancerogeni.

Tant’è che nessuno, né il Governo né l’Istituto Superiore di Sanità, mette nero su bianco una dichiarazione che escluda ogni possibile danno del 5G sull’uomo.

Restiamo noi, cittadini in prima linea, a ricordare il PRINCIPIO DI PRECAUZIONE, la condotta cautelativa per quanto riguarda le decisioni politiche ed economiche sulla gestione delle questioni scientifiche controverse.

Per questo R2020 lancia la campagna “5G: chiediamo verità”, vogliamo innanzitutto essere INFORMATI, per essere liberi di decidere. Noi cittadini non vogliamo essere cavie inconsapevoli di una nuova tecnologia. Il progresso deve essere sostenibile e compatibile con la vita sul nostro pianeta.

Il primo passo è chiedere informazioni a chi si dovrebbe occupare della tutela della nostra salute: amministrazioni locali, sindaci ed enti appositi. Essere informati è un nostro DIRITTO e un nostro DOVERE di cittadini.

ORA TOCCA A NOI! 

Primo passo: ACCESSO AGLI ATTI

Abbiamo preparato 4 moduli già pronti, da scaricare e personalizzare:

Aggiornamenti ai moduli in caso di richieste specifiche

La più importante è la numero 1, quella da inviare al tuo comune, ma se puoi inviale tutte.

Devi scaricare il file sul tuo pc, e dove vedi le scritte in rosso, inserire i dati per personalizzare la lettera.

Queste lettere sono Accessi agli atti, cioè richieste di documentazione, a cui ti devono dare risposta entro 30 giorni (Legge dell’accesso civico). Con queste lettere stai chiedendo semplicemente DOVE sono state installate le antenne 5G,  vicino casa tua oppure vicino a luoghi sensibili che frequenti (scuola, ospedale). 

Nella lettera chiedi anche se ti possono certificare, documentando, il fatto che il 5G non faccia male. E’ una questione di salute, la tua! Se hai una casella pec, inviala poi ai destinatari. Le caselle pec di Comune, Regione, Arpa e Asl le trovi sul loro sito web. 

Altrimenti devi portarle a mano, e fartele protocollare con timbro e data (non possono rifiutare di protocollarle). Semplicissimo. Se hai difficoltà, contattaci: tutelaambientale@r2020.info

Secondo passo: SOLLECITO

Controlla la tua casella pec, hanno 30 giorni per rispondere.

Quando rispondono CONTATTACI: tutelaambientale@r2020.info

Passati i 30 giorni, se non hai ricevuto alcuna risposta, puoi fare un SOLLECITO con una lettera di DIFFIDA. Questo è il modulo da personalizzare: https://r2020.info/wp-content/uploads/2020/10/ModelloDiffidaGenerico.docx

Inviala via pec alla stessa casella che hai usato la prima volta, per mandare la prima richiesta. Se sei andato di persona a protocollarla, stampala e portala direttamente come l’altra volta allo stesso sportello.

Terzo passo: DENUNCIA

Controlla sempre la tua casella pec e aspetta altri 7 giorni.

Se non ti hanno risposto o contattato, devi fare a questo punto una DENUNCIA per omissione di atti d’ufficio. 

Non ti costa nulla ed e’ un tuo diritto sapere perché non ti hanno risposto. 

E’ un diniego ad un tuo diritto, e in questo momento sono loro nel torto.

Questa è la lettera che devi scaricare e personalizzare: https://r2020.info/wp-content/uploads/2020/10/ModelloDenunciaGenerico.docx

Poi presentala ad una stazione di carabinieri, dicendo loro che vuoi fare una denuncia e presenta il documento stampato e firmato. Dopo aver fatto denuncia, CONTATTACI: tutelaambientale@r2020.info

In caso di risposta: CONDIVIDI LE INFORMAZIONI CON LA COMMISSIONE

Potrebbero inviarti documenti o materiale via pec. 

In questo caso inviacelo, così possiamo aiutarti a capire le risposte che ti hanno dato.

Se invece ti convocano per darti di persona il materiale richiesto, oppure semplicemente per visionarlo (non spendere soldi per fare fotocopie, se non necessarie), contattaci così’ possiamo darti alcuni suggerimenti.

Responsabili della campagna: Davide Barillari, Commissione Tutela Ambientale tutelaambientale@r2020.info