Riportiamo la lettera del gruppo Megafono Giovani di R2020. Se vuoi conoscerli o aderire CLICCA QUI.
I nostri nonni hanno dato la vita per vedere scritta sulla Costituzione, la parola “libertà”. E di certo noi giovani, non staremo a guardarvi mentre costruite la vostra società del controllo.
E’ vero, ora siamo una minoranza ma siamo destinati a diventare sempre di più perché sempre più persone si stanno rendendo conto che le vostre misure più che sanitarie sono politiche: se ne stanno rendendo conto le persone che hanno sviluppato anticorpi naturali contro il Sars cov-2 che però non sono riuscite ad ottenere il lasciapassare verde perché non rientravano nei vostri parametri che continuamente modificate per creare caos, incertezza, ansia, paura e tutto ciò che non serve per affrontare una pandemia.
Se ne sono accorti tutti coloro che sono stati obbligati al vaccino, nonostante la loro immunità naturale, andando incontro ad effetti collaterali gravi, noti in ambito scientifico. Se ne sono accorte le ragazze che dopo la vaccinazione hanno iniziato ad avere problemi legati al ciclo, ad interruzioni di gravidanza, ad aborti spontanei. Se ne sono accorti i giovani sportivi, che da un momento all’altro si sono trovati davanti all’impossibilità di coltivare le loro passioni per improvvise miocarditi, pericarditi, arresti cardiaci. Se ne sono accorti coloro che sono guariti nel giro di pochi giorni perché curati con trattamenti precoci da medici delle terapie domiciliari o altre associazioni, considerati da voi “gli alternativi”, “i terrapiattisti”, “gli analfabeti”.
Immagino che quelli “normali” sono invece gli ospiti dei talk show televisivi, gli stessi che cantano jingle bells per fare della vaccinazione di massa, l’unica religione possibile.
Dov’erano costoro nei giorni del 3 e 4 gennaio quando a Roma si è svolto un convegno scientifico organizzato da giuristi, medici, scienziati e che li invitava al confronto?
Se ne sono accorti i genitori dei tanti ragazzi vittime di questo trattamento farmacologico sperimentale che espone soprattutto i giovani nella fascia di età 20-29 anni ad un alto rischio di morte. Se ne sono accorti gli stessi vaccinati, contagiati e contagiosi, ospedalizzati e non.
Con quale presunzione e arroganza pretendete di ergervi a medici di milioni e milioni di persone senza neanche averle mai viste e consultate? Dov’è finito il rapporto paziente-medico? Forse ve ne siete dimenticati, ma ogni persona ha la sua storia medica, che voi non conoscete, ma nonostante ciò state per obbligare la popolazione a sottoporsi a questo trattamento farmacologico come se tutti avessero la stessa storia clinica, togliendo ad ognuno la possibilità di fare il proprio personale rapporto rischio/beneficio.
Ci togliete questa libertà? Ce la riprendiamo.
La variante Omicron immunizza anche per le altre varianti secondo le evidenze scientifiche e diventerà prevalente. La variante Omicron, essendo anche più leggera, a vostro dire è la più pericolosa, perché pone fine ai vostri continui obblighi aventi come scopo quello di anestetizzare la popolazione per continuare a fare la vostra vita, senza rinunciare a un solo vostro privilegio.
Ascoltateci bene, noi non siamo i vostri schiavi. Non vi riconosciamo più come i nostri governanti perché un buon governante ha come priorità il benessere della popolazione e non il mantenimento dei propri privilegi. La nostra libertà è una condizione di nascita, non qualcosa che viene concesso da qualcun altro. In nome di questa libertà, che nessuno ci potrà mai togliere, continuate con i vostri decreti e con il vostro terrorismo, ma badate bene, parlerete a voi stessi.
Le persone stanno spegnendo la televisione. Stanno uscendo da facebook e da tutte le app utilizzate da voi per controllarci. Tanti, stanno smettendo di utilizzare il cellulare.
Le persone stanno uscendo di casa e stanno scoprendo la vita vera, quella a contatto con gli altri, con la natura, con il proprio cuore.
Ci teniamo comunque a ringraziarvi. Grazie a voi non ci saremmo uniti gli uni agli altri, non saremmo emersi per le nostre idee, per i nostri principi, non ci saremmo incontrati e confrontati. Ma soprattutto, avremmo continuato a pensare che la libertà fosse qualcosa che dev’essere concessa, mentre grazie a voi, quello che abbiamo compreso è che: il potere è nelle nostre mani.
Ci riprenderemo la vita, ci riprenderemo i nostri diritti, porteremo ovunque le idee di libertà conquistate dai nostri nonni. Ci riprenderemo la socialità e soprattutto ci riprenderemo il nostro corpo, tempio della nostra anima.
Ci potrete togliere l’università, il lavoro, il bar, il ristorante, il teatro, lo sport ma non potrete mai controllare il nostro spirito!
Da oggi in avanti, noi non ascolteremo più una parola delle vostre menzogne, noi disobbediremo ad ogni vostro tentativo di controllo e porteremo ovunque la verità!
Il tempo è venuto!
A voi va tutta la nostra compassione perché avete dimostrato di avere non solo paura della morte ma anche della vita. Per questo concludiamo con le riflessioni tratte dal film Patch Adams, sulla sua vita come medico e clownterapeuta, che pensiamo possano essere portavoce dei tanti sanitari sospesi.
“Che cos’ha la morte che non va? Di cosa abbiamo così mortalmente paura? Perché non trattare la morte con un pò di umanità, dignità e decenza, e Dio non voglia perfino di umorismo? Signori, il vero nemico non è la morte. Vogliamo combattere le malattie, combattiamo la più terribile di tutte: l’indifferenza. Nelle vostre aule ho assistito a disquisizioni sul transfert e la distanza professionale. Il transfert è inevitabile, signore. Ogni essere umano ha un impatto su di un altro. Perché vogliamo evitarlo in un rapporto paziente-medico? È sbagliato quello che insegnate nelle vostre lezioni, la missione di un medico non deve essere solo prevenire la morte ma anche migliorare la qualità della vita. (..)
Signore io voglio fare il medico con tutto il mio cuore. Io volevo diventare medico per assistere il mio prossimo, e per questo motivo ho perso tutto, però così ho anche guadagnato tutto: ho condiviso le vite dei pazienti e del personale dell’ospedale, abbiamo riso insieme e pianto insieme. Questo è ciò che voglio fare nella mia vita. E Dio mi sia testimone, comunque decidiate oggi, signori, guarderò ancora con fiducia il mio scopo: diventare il miglior medico che il mondo abbia mai visto. Voi avete la facoltà di impedire che io mi laurei, potete impedirmi di ottenere il titolo, il camice bianco, ma non potete controllare il mio spirito, non potete impedirmi di apprendere, non potete impedirmi di studiare. A voi la scelta: avermi come collega di lavoro, passionale, oppure avermi come voce fuori dal coro, sincera e determinata. In entrambi i casi verrò forse considerato una spina, ma vi prometto una cosa: sarò una spina che non riuscirete a togliere.”