Facebook censura (ancora) un discorso parlamentare

Non è la prima volta che la Democrazia e il nostro Parlamento vengono umiliati da multinazionali private, che si permettono di calpestare le leggi e la Costituzione italiana, censurando non solo la libera informazione ma addirittura un discorso in Aula di una deputata.

I MEMBRI DEL PARLAMENTO NON POSSONO ESSERE CHIAMATI A RISPONDERE DELLE OPINIONI ESPRESSE E DEI VOTI DATI NELL’ESERCIZIO DELLE LORO FUNZIONI. È l’articolo 68 della nostra Carta. Serve per tutelare la voce dei cittadini riportata nelle aule parlamentari.
Oggi succede che un parlamentare eletto dai cittadini che parla nel nome del popolo sovrano all’interno delle Istituzioni viene ritenuto “incompatibile” con i valori di un’azienda straniera che opera sul nostro Paese. Succede che il Governo e gli stessi organi deputati al controllo delle leggi si guardano bene anche solo di ammonire simili comportamenti. Anzi. Mentre Task Force e colossi del web decidono cosa è possibile sapere e cosa no, cosa è lecito pensare e cosa no, attorno regna il silenzio assenso di chi dovrebbe tutelare i nostri diritti.
In questi mesi sono stati cancellati tanti contributi di professionisti, interviste, inchieste e approfondimenti giornalistici che divergevano dalla versione ufficiale del “sacro dogma scientista” che politiche e media mainstream stanno tentando di imporre con una violenza e un disprezzo inaudito per qualsiasi diritto, verità e libertà.

TUTTI HANNO DIRITTO DI MANIFESTARE LIBERAMENTE IL PROPRIO PENSIERO CON LA PAROLA, LO SCRITTO E OGNI ALTRO MEZZO DI DIFFUSIONE.

È l’Articolo 21 della nostra Costituzione. Vale per tutti. E tutti sono chiamati a difenderlo. Se questo non avviene, i diritti si fanno privilegi, e le democrazie si trasformano in sistemi oscurantisti, giustizialisti e dittatoriali. Questo credo che sia davvero incompatibile con gli standard della “community” italiana.
È sempre più lampante come il nostro Paese sia stato svenduto a un manipolo di multinazionali e di lobbisti che stanno banchettando per spartirsi gli ultimi brandelli della nostra amata Italia.
Non ve lo permetteremo. Siamo qui apposta per riprenderci la nostra libertà: di parola, di pensiero, di respiro e di vita. Non ci lasceremo censurare né ora né mai.

Qui la campagna di R2020 per uscire dal sistema

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