Covid, NATO, Great Reset: chi è il vero responsabile di questa inversione di rotta della Svezia? Il re? Il Parlamento? O lobby meno scoperte?…
Intervista di Leopoldo Salmaso a a Ivan Catalano, già Deputato della XVII Legislatura (2013-18); oggi tecnico e politico che lavora fuori dalle istituzioni e segue cosa fa la Svezia ma domani è pronto a ritornare a lavorare per il suo paese.
D: Il primo anno della cosiddetta pandemia in Svezia è stato gestito dai tecnici (con a capo Anders Tegnell) e non dai politici. Si può dire che Tegnell è un tecnico capace e, soprattutto, che nel 2020 ha applicato fedelmente il mandato assegnatogli non solo dalla legge ma anche dalla consuetudine svedese, e senza discostarsi dalle linee guida dell’ OMS?
R: La pandemia in Svezia è stata affrontata in modo differente rispetto agli altri paesi europei, questo ormai è noto. In Svezia è l’autorità della sanità (FHM) che gestisce le raccomandazioni in caso di epidemia e, in questo caso, di pandemia. Pertanto la parola è sempre stata sua, almeno fino a quando la politica non ha deciso di intromettersi. Tegnell ha sempre detto che il suo obbiettivo era raggiungere l’immunità di gregge naturale al virus (1), il che l’avrebbe portata ad essere immune da seconde o terze ondate, rispetto alla mortalità. L’immunità di gregge non impedisce il contagio, ma rende la popolazione meno soggetta ai casi gravi della malattia. Con questa strategia Tegnell è riuscito ad evitare il lockdown della Svezia (2, 3). Si può trovare una buona analisi dei dati sul funzionamento della strategia svedese qui (4): “Nessuno sta discutendo l’ovvia spiegazione: che così tante persone ora hanno avuto covid e hanno sviluppato l’immunità, che il virus ha difficoltà a trovare nuovi ospiti. In altre parole, la stranamente controversa strategia svedese di ‘immunità di gregge’ ha funzionato”. Quindi Tegnell, a mio avviso e senza ombra di dubbio, è stato il tecnico più preparato ad affrontare la pandemia in tutta Europa.
Se tutto ciò è difficilmente contestabile, perché c’è stato un brusco cambio di approccio? Chi è il vero responsabile di questa inversione di marcia? Il re? Il Parlamento? O lobby meno scoperte?
R: Improvvisamente, come ho detto nell’ultima analisi che ho pubblicato (5), qualcosa è cambiato da quando il circo mediatico mondiale si è occupato della campagna elettorale americana, intorno a fine ottobre e per tutto il mese di novembre. Nella gestione della pandemia hanno cominciato ad inserirsi i politici e il Re, che generalmente non commenta. Astrazeneca, che è una società farmaceutica svedese, e l’Universita Karolinska, hanno una forte rilevanza nella discussione scientifica nel paese. L’EMA ha dato il compito alla Läkemedelsverket (l’autorità del farmaco svedese) di valutare l’approvazione dei vaccini per l’Europa (6), assegnando al paese quindi una responsabilità grande, che a mio avviso l’ha intrappolata politicamente. O meglio serviva un modo per dare la scusa alla politica svedese di sentirsi responsabile per tutta Europa, in modo tale da farla allineare laddove la politica avrebbe scelto di divergere.
D: Certamente il lettore più interessato potrà utilmente approfondire sui tuoi “Aggiornamenti Svezia” di cui al link 5. Io oggi vado per sommi capi: la coincidenza con l’installazione di Joe Biden alla Casa Bianca è solo temporale, o c’è un nesso più concreto non solo sul fronte Covid-19, ma anche col fatto che la Svezia si appresta ad abbandonare la sua consolidata tradizione di non-allineamento rispetto ai blocchi armati?
R: Con la vittoria di Biden improvvisamente il modello svedese, che aveva dimostrato l’inconsistenza delle misure pandemiche e della pandemia in senso stretto, è stato classificato come inefficace, contro Tegnell è stata condotta una campagna mediatica. Anche sui social migliaia di video condivisi sulla posizione irresponsabile della Svezia, fatti da cittadini anche italiani su territorio svedese, hanno servito su un piatto d’argento la base alla propaganda globale per attecchire anche qui. La conseguenza è stata la Pandemilag (la legge sulla pandemia). E’ come se la presenza di Trump alla casa bianca avesse garantito alla Svezia una certa “protezione” dalla propaganda globale e una sorta di intoccabilità. Forse per questioni geopolitiche, chi lo sa, solo i posteri sapranno rispondere a questo interrogativo. Sta di fatto che la particolare coincidenza mi porta a pensare a qualcosa di questo tipo. Sappiamo che con Trump la Svezia aveva bloccato il 5G di Huawei, come conferma l’asta appena aperta che la vede esclusa (7), e potrebbero esserci anche motivazioni legate all’adesione alla NATO, approvata guarda caso proprio a fine 2020, con l’insediamento di Biden ormai confermato (8). Fino ad allora la Svezia era vista come un ottimo partner (9) e la sua adesione avrebbe probabilmente spinto ad aderirvi i rimanenti paesi scandinavi (10). Forse oggi serviva che la Svezia cambiasse rotta.
D: E il “comune buon senso” svedese? Per la società svedese l’onestà è radicata al punto da rendere “eretico” il solo pensiero che Covid-19, e soprattutto la sua gestione, abbia a che fare con Potere e Geopolitica più che con Medicina e Sanità Pubblica?
R: Non credo che ciò corrisponda a verità. Gli Svedesi sono ligi alle regole e alle raccomandazioni fino a che queste non limitano troppo la libertà. Almeno questo è quello che finora ho potuto osservare. Anche qui i media stanno cominciando a gettare il seme del “complottismo” (11), prima di oggi non avevo mai letto o sentito questo termine usato da nessuno, nei media svedesi. Leggo quotidianamente la stampa svedese, e il dibattito è sempre stato nel rispetto di tutte le posizioni scientifiche divergenti. Chissà come andrà a finire.
D: Già, come andrà a finire… A capodanno tu ci hai regalato questa metafora: “Unire i puntini non è complottismo, complottista è chi crea il disegno lasciandoci vedere solo i puntini”. Possiamo prenderlo come un buon auspicio?
R: Assolutamente sì. Sempre più persone vedono il disegno, che ormai diventa sempre più chiaro. D’altra parte la politica, una qualsiasi strategia commerciale e il modo di raggiungere i propri obbiettivi sono “complotti” se gli altri ne vengono tenuti all’oscuro. Prendono nomi diversi a seconda degli ambienti. Ad esempio la strategia aziendale per confondere la concorrenza e stanarla sul mercato, viene detto marketing, ma in realtà è un complotto per far si che i clienti comprino da essa invece che da un’altra. Quando un politico vuole ottenere una poltrona senza fare capire quali sono le sue intenzioni, si chiama strategia politica e intuito politico, ma altro non è che un complotto bello e buono. Io da piccolo giocavo a Monopoli, a Risiko e ad altri giochi di strategia, sarà per quello che vedo i disegni strategici ogni tanto, perché li facevo anche io per gioco.
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