SANGUE COAGULATO E DONATORI NON VACCINATI. LA MIA INTERROGAZIONE AL MINISTRO SPERANZA

Di Sara Cunial

Niente lavoro, né cinema, né ristoranti, niente trasporti pubblici, né sport… per chi è sprovvisto di Green Pass l’accesso a luoghi pubblici e privati è ormai impossibile.

Da una circolare del Ministero della Salute (consultabile a questo link), si apprende tuttavia che l’accesso dei donatori di sangue ed emoderivati alle sedi di raccolta non è subordinato al possesso della tessera verde di regime.

Come mai?

Ne ho chiesto conto al Ministro Speranza, invitandolo altresì a spiegare quali siano le procedure di limitazione del rischio nell’analisi del sangue donato da soggetti vaccinati.

Com’è risaputo, infatti, i cosiddetti vaccini contro il Covid-19 sono volti alla produzione di anticorpi neutralizzanti contro la proteina spike, che il SARS-COV-2 utilizza per il legarsi alle cellule bersaglio. I vaccini a mRNA o vettore adenovirus indirizzano le cellule umane a produrre la proteina spike contro la quale il corpo produce principalmente anticorpi neutralizzanti. Alcuni documenti hanno mostrato come la proteina spike da sola (senza far parte del coronavirus) possa danneggiare le cellule endoteliali e distruggere la barriera ematoencefalica.

La pubblicazione «Gravità, patogenicità e trasmissibilità delle varianti Delta e Lambda di SARS-CoV-2, tossicità delle proteine spike e possibilità per la futura prevenzione di COVID-19» discute proprio di ciò. Nello studio si fa riferimento al fatto che la tossicità della proteina spike possa intensificare la patogenicità di SARS-CoV-2. Infatti, potrebbe indurre la coagulazione delle piastrine nel flusso sanguigno di pazienti gravemente infetti e stimolare la trombosi, che è una delle preoccupazioni più importante negli attuali vaccini mRNA e adenovirus che esprimono la proteina spike.

Anche in questo caso non ci sono mai state risposte.

La potete leggere qui.