Corte di Cassazione – Cunial: Attacco fisico e verbale è atto gravissimo, siamo in dittatura

Roma, 20 gen. – “Quello che è successo questa mattina davanti alla Corte di Cassazione è gravissimo. Uomini in divisa si sono opposti fisicamente e con violenza a un gruppo di cittadini liberi, che in modo pacifico e legittimo, volevano manifestare il loro dissenso depositando una denuncia contro le decisioni governative di limitazione dei diritti costituzionali e sovranazionali. Diversi avvocati in toga e io stessa, in veste di parlamentare democraticamente eletto, siamo stati aggrediti verbalmente e fisicamente, come testimoniano anche diversi video, proprio da quelle forze dell’ordine che dovrebbero invece proteggere e tutelare il popolo italiano, i suoi diritti e la Costituzione” ad affermarlo è la deputata Sara Cunial, questa mattina presente davanti alla Corte di Cassazione a Roma, insieme a centinaia di avvocati toga, in rappresentanza di numerose associazioni legali italiane tra cui ‘Io sto con l’avvocato Polacco’, ‘Sentinelle della Costituzione’, ‘Comicost’, ‘Avvocati liberi’, ‘Avvocati ultima linea’, per esprimere il proprio dissenso, attraverso un atto formale, contro le gravissime ulteriori illegittimità costituzionali degli ultimi decreti legge emergenziali Covid.

“Siamo stati vittime di un trattamento da criminali, mentre i veri criminali stanno decidendo il futuro di questo Paese – continua Cunial – questa si chiama dittatura. E tutti coloro che, con o senza divisa, restano inermi a guardare mentre i nostri diritti, così come i nostri corpi, vengono calpestati, ne sono vili complici. Anche questa volta però, l’attacco subito non ci ha impedito di portare a termine il nostro obiettivo: abbiamo consegnato la denuncia agli sportelli della Cassazione – conclude Cunial – Continueremo ad agire per la difesa della Costituzione sostituendoci all’attuale giustizia, perché questo fanno i cittadini liberi di uno stato democratico: continuano a lottare anche per chi, in questo momento, sta tentando in tutti i modi di umiliare la nostra Costituzione e il nostro amato Paese”.