L’esercito dei diseredati e il collasso del sistema

La settimana scorsa siamo stati inondati da immagini di poliziotti costretti a consumare il pasto seduti sui gradini esterni dei commissariati perché non in possesso del nazipass.

Da molte parti si sono levate voci di comprensione per questi figli dello Stato costretti a un simile trattamento.

Certo la maggioranza degli appartenenti alle Forze dell’Ordine sono degli inoculati (loro si definiscono vaccinati) e i disobbedienti sono solo una minoranza ma mettono a repentaglio la tenuta del sistema.

Come se non bastasse qualche giorno fa è stata scritta una lettera aperta al Presidente della Repubblica Mattarella dal “sindacato” dell’Esercito Italiano contro la grave discriminazione in atto verso quei militari che si sono opposti al vaccino e sono ora costretti a mangiare all’aperto come dei poveri disgraziati.

Allora ho iniziato a pensare a quelle migliaia di lavoratori (operai e impiegati) che al rientro dalle ferie estive si sono trovati le porte delle mense chiuse e sono stati costretti a mangiare in angoli polverosi e sporchi della fabbrica (dove prima era vietato perché pericoloso, anti igenico e a rischio assembramento) o seduti alla scrivania dove lavorano come se avessero una palla al piede.

Chiaramente loro sono gli ultimi e non interessano a nessuno perché di operai a basso costo se ne trovano a vagoni e soprattutto non fanno notizia, un po’ come i senza tetto che muoiono assiderati nelle gelide notti invernali, meglio voltarsi dall’altra parte e fingere che non stia succedendo niente.

Alcune aziende hanno montato dei gazebo all’aperto dove confinare i dissidenti, fregandosene altamente del fatto che tra pioggia, vento e temperature che iniziano ad abbassarsi, quei lavoratori e quelle lavoratrici, vedono messa a rischio anche la loro salute oltre a tutte le altre discriminazioni che devono subire.

Queste persone sono la spina dorsale del tessuto economico e industriale del Paese, sono loro che mantengono l’intero apparato pubblico, comprese forze armate e dell’ordine eppure sembra che a nessuno interessi la sorte di questo esercito di diseredati.

La sorte di chi con sangue e sudore lavora nel silenzio, è meno importante di chi ha deciso di servire il Paese indossando un’uniforme?

Tutti siamo grati ai nostri militari per il loro servizio e tutti vogliamo avere una pattuglia sotto casa non appena chiamiamo il 112, non cadiamo però nell’errore di considerare alcune categorie superiori alle altre.

Questo sistema funziona in un formicaio o in un alveare, formiche e api possiedono strutture sociali basate su gerarchie solide dove ognuno ha un compito specifico e tutta la vita viene spesa per quell’unico e ripetitivo lavoro.

Noi come esseri umani abbiamo sperimentato molti di sistemi di governo e forme di stato, basati su leadership imposte dall’alto e siamo oramai al collasso della cosiddetta società civile.

Questo sistema ha fallito, anzi è già morto e quindi è inutile combatterlo, dobbiamo semplicemente uscire dalle sue logiche e dare forma a un sistema completamente nuovo, basato su valori reali e sul rapporto tra le persone, ognuno consapevole di essere unico ma di valere molto di più quando è insieme agli altri e tutti dedicarci a cause comuni per il benessere materiale e spirituale delle nostre comunità.

Viva la Democrazia

Viva la Repubblica

Viva le Forze Armate e di Polizia

ma sempre e comunque Viva ogni Cittadino che con la sua vita e il suo lavoro contribuisce a rendere questo nostro meraviglioso Paese un posto sempre migliore.

Paolo Sandonnini del Fuoco Anna Bontempi per Serra San Quirico e la Vallesina