No ai tamponi rapidi per rientro a scuola – La diffida del CIATDM

Riportiamo la diffida del CIATDM (coordinamento internazionale associazioni per la tutela dei diritti dei minori), inviata al PRESIDENTE  DELLA REPUBBLICA Sergio Mattarella, al PRESIDENTE DEL CONSIGLIO, Mario Draghi, al MINISTRO DELLA  SALUTE, Roberto Speranza, MINISTRO DELL’ISTRUZIONE, Patrizio Bianchi, al dott. Agostino Miozzo, della Protezione Civile.

Chiunque voglia sottoscrivere questa  diffida può scaricarla qui e inviarla via posta ordinaria, mail o pec agli indirizzi dei destinatari dandone comunicazione al C.LA.T.D.M.  ai recapiti che trovate di seguito al comunicato.

A seguito delle recenti notizie di stampa, secondo cui sarebbe all’esame un protocollo di rientro a scuola, dopo le festività pasquali, che prevede l’effettuazione di tamponi rapidi agli studenti ogni settimana, si rende urgente quanto necessaria una ferma presa di posizione a tutela della salute fisica e psicologica della popolazione scolastica e, di rimbalzo, a tutela della libertà della popolazione tout court.

La prima e dirimente obiezione a suddetto protocollo riguarda l’attendibilità dello strumento diagnostico: la AUSSL Pedemontana ha in questi giorni dato riscontro a una richiesta   di  informazioni   avanzata  dal  C.I.A.T.D.M.   confermando   che  i   cicli   di amplificazione  cui vengono  sottoposti i tamponi per la ricerca  del virus  Sars-Cov 2 sono ” inferiori a 40.”

E’ dato notorio che cicli superiori a 35/38 equivalgono,  sostanzialmente,  a dei falsi positivi, come confermato dal Direttore dell’Istituto Mario Negri, prof.  Giuseppe Remuzzi che a proposito di questi risultati ha dichiarato: “la positività di questi tamponi emergeva solo con cicli di amplificazione molto alti, tra 34 e 38 cicli, che corrispondono a 35.000-38.000 copie di Rna virale (- -) sono casi di positività con una carica virale molto bassa, non contagiosa. Li chiamiamo contagi, ma sono  persone  positive  al tampone”.

Emerge ictu oculi la abnormità di un protocollo che subordini il rientro in classe, e conseguentemente la vita di famiglie e di lavoratori, a riscontri che appaiono con altissima probabilità del tutto inattendibili, con il risultato di segregare in casa persone sane e per giunta non contagiose.

Va inoltre evidenziato come la frequenza della scuola non  possa  in  alcun  modo essere subordinata alla effettuazione di  trattamenti  o  atti  sanitari  e  qualunque discriminazione che impedisse l’accesso agli studenti che non dovessero  accettare di sottoporsi a uno screening sanitario sarebbe illegittima e contraria alla Costituzione.

Va  precisato  che non  vi sono,  ad  oggi, protocolli  che  scongiurino  danni   alla salute di uno screening di questa intensità, non potendosi dimenticare che il tampone non è pratica priva di rischi e, tanto più,  una  simile  frequenza  di  esecuzione può evidentemente comportare conseguenze pregiudizievoli per la salute,  fisica ma anche psicologica, dei minori.

Non va dimenticato poi che tale monitoraggio indiscriminato  andrebbe  solo  ad aggiungersi alle  già  pesantissime  condizioni  previste  per  la  scuola  in  presenza: mascherine per sei/otto ore, distanziamento, obbligo di continua  igienizzazione delle mani, divieto di scambiarsi materiale, obbligo di ricreazione seduti e così via, e ciò a più di un anno dall’esordio dell’emergenza, periodo che doveva servire alle Istituzioni preposte per ideare strategie di alleggerimento, e non di aggravamento,  della pressione sulle categorie più fragili.

È evidente, inoltre, come lo svolgimento settimanale di tamponi comporti il rischio concreto che un sempre più ampio numero di persone asintomatiche – ben oltre il limite dei cosiddetti “contatti stretti” – sia sottoposto a reiterate quarantene, con la duplice conseguenza di una continua chiusura e riapertura delle scuole, e del ricorso parossistico alla didattica a distanza.

Ciò equivarrebbe a deporre una pietra tombale sulla attività educativa e didattica che sia degna di questo nome, con conseguenze devastanti per la popolazione pediatrica, tra le più duramente colpite dalla gestione dell’emergenza pur essendo la categoria meno colpita dal virus.

Risale infatti a tre giorni fa la pubblicazione di uno studio condotto dallo IEO di Milano secondo cui le scuole sono illuogo più sicuro e meno interessato dai contagi.

L’estensione indiscriminata del monitoraggio presenta inoltre palmari incongruenze: ad esempio non viene considerato il caso dei minori già colpiti dal virus e già guariti, per i quali (e per le famiglie dei quali) non ha alcun senso l’imposizione di ulteriori screening, con il rischio di subire ulteriori quarantene senza alcuna  motivazione sanitaria.

Si evidenziano a tal proposito le dichiarazioni del 3 marzo scorso del dott. dottor Andrea Campana, primario del reparto di Pediatria Multispecialistica dell’Ospedale Pediatrico Bambino Gesù, il quale ha confermato che non esiste ad oggi nessun caso di bambino  che abbia contratto  ilcovid  due volte.

Questa parte di popolazione verrebbe quindi inutilmente vessata da pratiche sanitarie che non  stentiamo a definire persecutorie, senza che ciò determini, per la popolazione scolastica, alcun reale beneficio.

A ulteriore conferma della pericolosità di un siffatto protocollo richiamiamo all’attenzione delle Istituzioni il verbale del Comitato tecnico Scientifico del 24/02/2020 nel quale si precisava che l’effettuazione di tamponi, in assenza di sintomi, “non è giustificata in guanto non fornisce un ‘informazione indicativa a fini clinici ai sensi delle definizioni di “caso.”

È evidente quindi che adottare simili misure costituirebbe un  enorme  dispendio per  la  sanità  ed  un  potenziale  danno  alla salute psicofisica  dei bambini e delle loro famiglie, senza che a ciò corrisponda alcun apprezzabile beneficio per la collettività.

Il C.I.A.T.D.M. si oppone quindi fermamente alla adozione di simili protocolli, inficiati da svariati profili di illegittimità e forieri di gravi abusi, ed anticipa azioni legali, anche a verifica del danno erariale, nei confronti di tutte le Istituzioni che dovessero approvarli e/o farli propri.

Si invita chiunque  condivida  la presente  diffida a scaricarla qui e ad inviarla via posta ordinaria, mail o pec agli indirizzi dei destinatari dandone comunicazione al C.LA.T.D.M.  ai recapiti seguenti: Pec: ciatdm@legalmail.it Sezione F.V.G.: ciatdm.fvg@gmail.com http://ciatdmcoordinamento.altervista.org/

La presidente del C.I.A.T.D.M. Aurelia Passaseo

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