Manlio Dinucci, esperto di geopolitica e geografia umana, giornalista presso il Manifesto, scrittore di successo e curatore della rubrica L’Arte della guerra, interviene oggi sui temi del Sars-Cov2 evidenziandone la dimensione geopolitica e biopolitica.
“Nel 2019, molto prima dello scoppio della pandemia in Cina, ci furono numerose operazioni in ambito speculativo finanziario che trovarono giustificazione solo a pandemia avvenuta. Ma come potevano saperlo prima? Il virus potrebbe anche avere un’origine naturale, ma ad oggi abbiamo le prove che l’emergenza sanitario politica è stata preparata.“
Sentenza lapidaria che dovrebbe portare a riflettere chiunque abbia compreso il ruolo che hanno i mercati finanziari nel contesto postdemocratico descritto dal sociologo Colin Crouch.
Dinucci prosegue poi con denunciare il documento col quale la Rockfeller Foundation descriveva un mondo senza proprietà privata, completamente sotto il controllo delle multinazionali, che si stanno riconfigurando come moderni feudi di natura economica.
Tra i temi caldi, la necessità di costruire un piano di resistenza organizzato finalizzato ad una rinascita, e la necessità di recuperare le generazioni danneggiate dalla cultura del Covid.
E ancora la necessità di prender distanza dalla tanto decantata resilienza, laddove il cittadino per non spezzarsi è disposto a piegarsi, in favore del recupero di una cultura della resistenza. La resistenza è quella disposizione d’animo che non cede e non concede.
L’intervento si è dimostrato profondo e di ampio respiro, e ha saputo ricostruire la trama che collega l’emergenza pandemica ai desideri proibiti del potere. E le domande sono arrivate copiose.
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