COSA SUCCEDE NEL RESTO DEL MONDO? VOCI FUORI DALL’ITALIA

Cosa sta succedendo nel resto del mondo? Che misure stanno mettendo in atto i governi? E quali sono le reazioni dei cittadini? Ce lo ha raccontato la Commissione Internazionale di R2020 con un webinar che ha coinvolto cittadini da 7 diversi Paesi del mondo: Svezia, Olanda, Germania, Bosnia, Serbia, Tanzania, Ghana e Israele. 

Le persone intervenute hanno offerto uno spaccato assai variegato e dettagliato della loro situazione nazionale al tempo della cosiddetta pandemia. Il quadro che si delinea è inquietante: indipendentemente dalla reale mortalità, in tutti i Paesi vi è un’evidente convergenza di metodi, finalizzata alla compressione dei diritti sociali e alla repressione delle opinioni non allineate.

POTETE RIVEDERE L’INTERO INCONTRO QUI:

La Svezia, raccontata da Ivan, è l’unico paese d’Europa che non si è adeguato alle direttive dell’OMS, almeno fino all’elezione del nuovo presidente Usa Biden. Gli scandinavi infatti avevano deciso di trattare il Sars-Cov-2 come tutte le altre forme di coronavirus: distanziamento e mascherine non sono mai state imposte ma solo proposte, senza per questo avere alcun rilevante implemento della mortalità o dei ricoveri. Tuttavia da gennaio la musica cambia: con l’insediamento di Biden anche la Svezia si allinea alla narrazione mondiale. Da subito viene emessa una legge che permette alle regioni di istituire delle blande limitazioni allo spostamento. Anche qui arrivano i vaccini, non obbligatori, ma fortemente consigliati. Gli svedesi però sembrano restii alla somministrazione e stanno nascendo dei gruppi di opposizione.

Qui il link per rispondere alla domanda sulla mortalità per le fasce più anziane della popolazione:

Endast 17 procent av äldre som dött ”med” Covid-19 dog ”av” Covid-19

Leopoldo racconta come la Tanzania, paese nel quale vive e lavora come infettivologo ed epidemiologo, ad inizio marzo sia stata assalita dal terrorismo mediatico e notizie palesemente false. La farsa iniziò raccontando come Conte piangesse sulle bare dei defunti di Bergamo. Tuttavia in foto veniva mostrato Bolsonaro, e le bare erano foto repertorio di Lampedusa.

Il presidente tanzaniano testò i tamponi su capre papaie e altri frutti locali, trovandoli positivi. Ma invece di bandire capre e papaie, come avrebbero certamente fatto i nostri politici il Presidente John Magufuli, decise di bandire i tamponi. Il medico procede mostrando come il continente africano ospiti un popolo fortemente sociale, abituato a star fuori casa tutto il giorno. Da loro il peccato dell’assembramento non attecchisce.

Covid-19: la Tanzania è benedetta da Dio o bugiarda?

Silvia racconta della triste situazione olandese, coi media che strumentalizzavano le vicende costruite di Bergamo per terrorizzare il popolo. Sono realtà che purtroppo accomunano tutti i paesi occidentali. Anche da loro impazzano i falsi positivi, causati dall’uso spregiudicato del metodo PCR, e la popolazione non sembra reagire con forza. Chi ci prova viene ferocemente disperso con gli idranti. Anche questo paese vive l’aggressione mediatica finalizzata alla vaccinazione di massa, presentata come dovere morale. Ad oggi non è possibile entrare o uscire dall’Olanda senza subire il tampone nasale.

La Germania raccontata da Fabio e Laura vive le profonde contraddizioni che attanagliano anche l’Italia. La mascherina, dopo un iniziale disinteresse politico, è diventata obbligatoria. Vengono represse le manifestazioni pubbliche di massa (ma alcune vengono concesse e decantate come quella dei Black Live Matter che hanno sfilato assembrati e senza mascherina nella più totale indifferenza degli organi di polizia).

Anche qui i numeri non tornano: i morti non si accavallano e le epidemie sembrano trovar posto solo nei media nazionali.

C’è un enorme conflitto di interesse tra politica e lobby del farmaco: anche in Germania i medici ricevono premi economici al raggiungimento di certe soglie vaccinali. Sono state approntate strutture mobili per raggiungere i più anziani direttamente a casa, ma la popolazione non abbocca e si precede molto lentamente. Si segnalano diversi casi di decesso dopo la somministrazione del vaccino.

Non vi è obbligatorietà vaccinale ma la pressione sociale è molto alta. Pare che si stiano approntando dei luoghi di detenzione per chi si rifiuta o interrompe la quarantena. Situazione che rievoca gli episodi di contenimento forzoso di hitleriana memoria.

Serbi Bosniaci e Croati, sono popoli che hanno vissuto di recente sulla propria pelle le macchinazioni delle Nazioni Unite, e mostrano scarsa tendenza a credere all’informazione mainstream, che anche nei loro territori è totalmente allineata come quella nostrana. Dimostrano inoltre scarsissima adesione alla vaccinazione.

In Ghana si vive all’aria aperta. Nonostante la corruzione politica sia elevatissima Isabella ci fa sapere che vengono fatti pochissimi tamponi e vi sono pochissimi casi di coronavirus. Negli aeroporti è stato introdotto il test PCR rapido in ingresso e in uscita, al “modico” costo di 150 dollari a carico del viaggiatore. Nei primi mesi della presunta pandemia è stata dislocata una presenza militare massiccia, poi man mano allentatasi.

Israele raccontato da Dea è molto avanti col programma di contenimento delle libertà civili. E’ il primo paese al mondo ad aver portato il 30% della popolazione ad inocularsi la terapia genica della BioNtech, meglio nota come vaccino anticovid. Dopo la massiccia campagna di vaccinazione ancora in corso sono stati trovati oltre 12.000 vaccinati positivi al tampone. Ma questo sembra un dettaglio di poco conto. Il popolo indossa le mascherine tutta la giornata, spesso anche in casa, è spaventato e vive l’autoritarismo con docile fierezza. Meritevole di menzione è la comunità ortodossa che si rifiuta di ubbidire al lockdown e scende in strada a scontrarsi duramente con la polizia. Dea ci fa sapere che dallo scoppio della fantomatica epidemia la questione palestinese ha perso rilevanza nella tv e nella stampa nazionale, tant’è che ad oggi non si sa più nulla di quello che negli ultimi decenni è stato il conflitto più seguito e raccontato dal loro media mainstream.