Se non avete avuto occasione di vederlo, qui trovate il nostro webinar “Usciamo dal sistema”, sul nostro sito https://r2020.info/video/ oppure sul Canale Youtube di R2020.
I professionisti che danno il loro contributo alla Commissione Sovranità Digitale hanno raccontato i risvolti della tecnologia nella società contemporanea e come sia necessaria una scelta consapevole di conoscenza e azione.
Gian Nicola Marras, sociologo ed educatore, precario, si occupa di software libero da 8 anni. Ha liberato gratuitamente decine di computer dal gioco del software proprietario. Da sempre promotore di un dibattito critico come mezzo di inclusione sociale, partecipa alla causa di R2020, mettendo a disposizione le sue competenze sociologiche e filosofiche nello studio del mondo digitale e le relative connessioni sociologiche e i risvolti politici. Gian Nicola Marras ha introdotto il concetto dell’Informatica Umanistica:
Contro la dominazione algoritmica: per un’informatica umanistica.
Il Vademecum per la libertà digitale ha rapidamente preso forma grazie ai contributi arrivati dai componenti della Commissione, si tratta di una raccolta di suggerimenti sui software che rappresentano al meglio le alternative ai software proprietari mainstream.
E’ consigliata la lettura a tutti coloro i quali, armati di curiosità e coraggio, desiderino iniziare un percorso di transizione verso software liberi.
Tra tutte le tecnologie relazionali, i social network detengono uno straordinario potere: sono in grado di condizionare l’esistenza degli individui fino a rimodellare idee, comportamenti e abitudini di consumo. La grammatica e la sintassi dei social network di massa dominanti (Facebook) è basata sull’alfabeto dei “like and share”.
Per il singolo utente il prezzo da pagare per l’utilizzo di questi servizi, riguarda la mercificazione dei propri dati: l’utente diviene merce.
Il Vademecum per la Sovranità digitale lo potete trovare qui https://r2020.info/wp-content/uploads/2020/08/DOC1DIGITALE-Vademecum-liberta-digitale-R2020.pdf
Alla ricerca di un ecosistema informatico “amico”
Il nuovo ordine economico nell’età delle reti digitali sfrutta l’esperienza umana come materia prima al fine di promuovere pratiche commerciali segrete, basate sull’estrazione, (mining ndr.) la previsione e vendita di dati: i nostri dati di utenti, infatti dal punto di vista informatico si tratta di dati comportamentali da monitorare e analizzare.
I dati degli utenti “amorevolmente” custoditi nei server remoti delle corporation dei big data, vengono accuratamente indicizzati da Google, e messi in vetrina da Facebook, in una sola parola: mercificati ed utilizzati per accrescere ulteriormente profitti e potere dei Big tech. La finalità è sempre la stessa, ovvero ottenere profitti dalla pubblicità personalizzata. Ecco perché sentiamo l’urgenza e la necessità di una transizione verso piattaforme social autenticamente libere e indipendenti.
Una transizione liberatrice
L’economia dei big data, celata dietro un presunto velo di gratuità, ha progressivamente trasformato il nostro modo di navigare in Rete, influenzando il nostro modo di vivere, di pensare e di relazionarci. Ha trasformato tutti i navigatori del web in produttori di informazione che operano in un mercato che per questi lavoratori non prevede alcun tipo di retribuzione: ciò che occorre alle corporation dei big data per maturare enormi profitti. Il pluslavoro digitale, è tutto quel lavoro che produce un valore che non si traduce in un salario per il lavoratore che ha svolto il lavoro stesso, ma che diviene invece profitto per i proprietari delle piattaforme a software proprietario.
Nei prossimi articoli tutti gli altri interessantissimi contenuti del webinar!