Disobbedire a leggi ingiuste è un diritto e un dovere civile, la storia ce lo insegna

Disobbedire non è solo un atto di dignità, nei confronti di un potere ingiusto e tiranno, ma è anche e soprattutto un atto di libertà e responsabilità nei confronti di noi stessi e degli altri, per affermare chiaramente da che parte stiamo, per non sostenere in alcun modo l’abominio che sta avvenendo.

È l’unica cosa che possiamo fare per non essere complici. Ce lo insegna la storia, ce lo dice chiaro e forte la nostra coscienza.

Mandela, Pertini, Martin Luther King… persino il nostro carissimo Presidente della Repubblica, in un discorso del 2018, parlando di Gandhi, ha sottolineato l’importanza della disobbedienza:

“…il suo grande esempio ha ispirato cause di liberazione dell’umanità nel mondo intero, con la pratica della disobbedienza civile e della non violenza. Il suo messaggio di incredibile forza risuona ancora oggi nei movimenti che si battono per gli stessi ideali. Le sue parole conservano intatto il loro valore per tutti coloro che vogliono contribuire alla costruzione di una società pacifica e giusta”.

Una società pacifica e giusta è una società in cui siano garantiti a tutti i diritti fondamentali dell’uomo, in cui ogni uomo sia uguale agli altri davanti alla legge e in cui ogni uomo possa vivere in libertà e con dignità.

Oggi come allora c’è chi si batte per questo, prendendo posizioni scomode e spesso rischiose, per difendere ciò in cui crede. È una storia che si ripete, e proprio perché si ripete porta speranza e forza.

Dalla battaglia delle suffragette per il suffragio universale nel Regno Unito, del 1928, alla Marcia del Sale in India nel 1930. Dalla ribellione di Rosa Parks al boicottaggio del sistema dei trasporti di Montgomery, in Alabama. Dalle popolazioni indigene di Wave Hill in Australia, che dopo anni di lotta e occupazione si videro riconsegnata la propria terra e aprirono la strada alla legislatura per i diritti sul territorio, alla protesta omosessuale del 1966 a New York. Dall’occupazione della base militare americana di Marina-Culebra nel 1970 da parte dei portoricani, alle piattaforme costruite dagli ambientalisti sugli alberi delle foreste della Nuova Zelanda, per opporsi fisicamente alle motoseghe dell’industria del legname. Dalle manifestazioni di studenti, scienziati e musicisti per bloccare la costruzione di una miniera di fosforite a Virumaa, al rifiuto di scozzesi, inglesi e gallesi di pagare la poll tax al governo del Regno Unito tra il 1989 e il 1990. Dalla resistenza contro la privatizzazione dei semi e la legge sui brevetti delle sementi che ha coinvolto i contadini indiani negli ultimi anni, alle azioni di protesta dell’allevatore di pecore José Bové, nel 1999, in Francia, contro la “McDomination”.

Piccoli e grandi atti di disobbedienza civile fatti all’inizio da poche persone consapevoli, ora sono ricordati come grandi rivoluzioni che hanno modificato drasticamente il corso degli eventi. E anche oggi, come sempre è accaduto, il cambiamento arriverà da chi, con fermezza e coraggio, si sta opponendo a leggi ingiuste, prima ancora che con le parole, con il proprio operato e le proprie azioni.

Per esempio i gruppi di “Studenti contro il green pass”, che in queste ore hanno invaso i mezzi pubblici romani con cartelli e volantini. O tutti quei ristoratori e baristi che non chiedono la schedatura di regime all’ingresso dei propri locali. E ancora… Tutte le persone che hanno deciso di non scaricare, chiedere o mostrare l’inutile e discriminatoria tessera verde. A queste persone va il nostro grazie. Di queste persone siamo orgogliosi di essere al fianco e a loro va il nostro grazie.

Vivere da persone libere, è il più grande atto di disubbidienza che ancora possiamo fare.

“La non collaborazione è un tentativo di risvegliare le masse a un senso della loro dignità e potere. Questo può avvenire soltanto mettendole in condizione di comprendere che non avrebbero bisogno di temere la forza bruta se solo conoscessero l’anima di dentro.” Mahatma Gandhi.

SCARICA IL MANIFESTO R2020 PER LA DISOBBEDIENZA CIVILE