Ministro della Salute israeliano: “Il Green Pass serve solo per spingere le persone a vaccinarsi”

Alla Knesset (Parlamento israeliano) il Ministro dell’Interno Ayelet Shaked e il Ministro della Salute Nitzan Horowitz, sono stati sorpresi durante una conversazione privata dove ammettono che l’imposizione del Green Pass non ha alcuna funzione sanitaria ed epidemiologica, ma puramente coercitiva, per costringere le persone a vaccinarsi.

Riportiamo le parole del giornalista Fulvio Grimaldi, “DALLE TORRI GEMELLE AL VIRUS: PENSIERO UNICO E RIFIUTO DEL DIBATTITO”, da www.fulviogrimaldicontroblog.info

“Non c’è alcuna ragione medica o epidemiologica per il passaporto green. Serve solo a fare pressione sulle persone per vaccinarsi”. A dirlo non è qualche complottista no-vax bensì il Ministro dell’Interno Ayelet Shaked e il Ministro della Salute Nitzan Horowitz all’interno del Knesset (Parlamento israeliano).

I governi di Regno Unito, Danimarca, Svezia, Russia, Corea, molti Stati USA e la maggioranza degli altri paesi non impongono questa misura di soppressione totale della vita sociale e di esclusione dalla comunità civile. Tanto più che in quasi tutti i paesi maggiormente colpiti, la curva del fenomeno virale è in netta discesa, tranne che in quelli, come Israele, dove si sono raggiunti i picchi delle inoculazioni del siero.

In Italia e in Francia, i provvedimenti riduttivi dei diritti civili e costituzionali sono i più rigorosi del mondo, in virtù del governo di Draghi (Goldman Sachs) e di Macron (Rothschild), cioè dei regimi di più diretta emanazione dalla consorteria finanziaria globale del Grande Reset. In Russia e in Africa siamo a poco più del 3% di punture e in quasi totale assenza di misure annientatrici della libertà (salvo nella capitale Mosca, soggetto federale autonomo, del sindaco rigorista Sergei Sobyanin).

Lì la presa sulle società da parte della piovra finanziaria è molto più tenue e vanta forti antidoti. Condizione che, forse, spiega  come mai il processo di ingegneria sociale registri successi maggiori nei paesi UE, perlopiù  a prevalente dominio bancario sulla politica..

Rimane, peraltro, sempre credibile l’ipotesi che negli Stati come Regno Unito, o Danimarca, che hanno sperimentato in passato imposizioni non dissimili dalle nostre, nulla si possa definire per acquisito e la strategia del governo e dei suoi tecnoscienziati possa anche essere improntata al noto principio dello stop and go. Una psicoguerra, tra assalti e tregue, che la globalizzazione ha ripreso da guerre e dittature, religioni e imprese.

Sterilizzati

Globalizzazione della quale l’articolazione sanitaria è parte costitutiva quanto altri processi di frantumazione degli Stati e delle società, come le guerre al terrorismo, le sanzioni da genocidio strisciante, la digitalizzazione globale, lo sradicamento e lo spostamento di popolazioni, l’istigazione a rotture e contrapposizioni dei generi, con forte promozione ed esaltazione di abitudini non riproduttive. Queste ultime affiancate anche dalla contaminazione elettromagnetica che ci pervade ormai in ogni momento della vita, che il 5G potenzia ulteriormente e che, secondo gli esperti, insieme alla chimica onni-invasiva, è all’origine dell’impressionante calo di fertilità dei maschi in Italia, negli USA e ovunque.

Un filo lungo millenni

Il filo è lungo e parte da lontanissimo, visto che lo vediamo srotolato perfino nell’Inferno della Commedia di Dante, della cui morte, esiliato dalla società come lo siamo tutti noi, ricordavamo a Napoli la ricorrenza, provando a emularne il vituperio ai potenti. Io invece, per prendermela comoda, partirei dai primi indizi di crisi nella governance, contestata da operai, studenti e periferie sociali, tra il 1968 e il 1977. Lo spavento nell’élite fu forte e vennero incisi nella nostra viva carne le stragi di un terrorismo che serviva quella e annichiliva noi. E fu la strategia della tensione, quella della spaccatura della società in tronconi contrapposti tra loro, anzichè uniti contro il “padrone” (come si diceva quando si diceva pane al pane e vino al vino).

Un principio di contrapposizione ulteriore, stavolta tra i sessi, sulla base della diffidenza e del sospetto, ci venne elargita con l’AIDS, una riduzione delle difese immunitarie detereminata da varie cause, ma che, a forza di timori e di preservativi, ridusse la nostra prolificità. Solo vent’anni dopo, nel 1996, venne ritirato il farmaco fasullo della GlaxoSmith Kline, che fece più vittime lui del virus che pretendeva di curare. Da allora di AIDS si parla poco.

Il grande scatto in avanti: 11/9

L’11 settembre ritrovò l’elite spavalda e impunita, al punto da convincerci tutti che 19 sauditi sbronzoni e puttanieri, incapaci di pilotare perfino aquiloni, si erano sacrificati per la fede contro le Torri e il pentagono, facendo venire giù, a piombo, con pochi litri di kerosene, tre grattacieli  d’acciaio temprato. La collaborazione dei media permise che gli attentati divenissero la catapulta da cui lanciare la “guerra al terrorismo”. Altre paure, altre lacerazioni di società e civiltà, sei guerre mai vinte, sanzioni genocide, paure collettive invalidanti, caos mondiale.

Così, tappa dopo tappa, con quel filo dipanato dai potenti e che Dante ci rese visibile, perlopiù inutilmente, arrivato ora a stringerci la gola, a Napoli siamo arrivati allo “stato di cose presenti” ai suoi lasciapassare e al suo protagonista chimico-genico. Ma qui l’apparato videodigitale s’inceppò e il resto fu nero e silenzio. Ci siamo rifatti con queste righe.