UN ANNO – Riflessione di una ventenne in gabbia

Chi mi conosce, sa che non scrivo molto sui social, che non sento l’esigenza di condividere ogni pensiero o evento della mia vita, ma sono arrivata ad un punto in cui penso sia importante far capire da che parte si sta, non rimanere in sordina, non fare gli omertosi.

Post di Valentina, 26 anni, Fuoco di Bari.

Scrivere il mio pensiero qui, forse, non cambierà nulla, non aiuterà a rendermi meno inerte in questo periodo storico, ma so che mi aiuterà, almeno, a scaricare rabbia, frustrazione e stress accumulati per un anno.

Sì, esatto, un anno, forse pochi si sono accorti che è un anno che la vita di tutti noi è cambiata e posso dire con certezza che per la maggior parte sia cambiata in peggio. In quest’anno, ho provato più volte a parlare con amici e conoscenti della questione COVID a 360 gradi, a portare ricerche, documenti, questioni filosofiche, a parlare del valore che hanno la vita e la libertà, ma ho ricevuto sempre la stessa risposta: ma il rispetto per i morti non ce l’hai?

E allora, io rispondo così: il rispetto per i vivi, invece?

È un anno che non abbiamo più la libertà, questa parola usata e riusata, stracciata e utilizzata nei modi più beceri.

È un anno che non possiamo scegliere. Scegliere dove andare, dove mangiare, chi vedere, dove allenarci, dove studiare, se fare o meno un trattamento sanitario, se riunirci in assemblee, manifestazioni, se festeggiare.

È un anno che abbiamo paura; paura del prossimo, dell’infetto, del conoscente, del parente e dell’amico. E chi non ha paura di ammalarsi, ha paura di far ammalare, l’ipocrisia più grande di tutta questa situazione, perché, mi spiace, ma non ci credo che avete paura che qualcuno possa star male a causa vostra, l’unica cosa di cui avete paura è del giudizio e del senso di colpa. Degli altri non vi è mai importato nulla, altrimenti lottereste per non far morire di fame commercianti, ristoratori, palestre, chi lavora nel mondo dello spettacolo ecc.

La paura è esattamente l’unica cosa che riuscite a vedere e, per l’amor di dio, non è nemmeno del tutto colpa vostra, dopo un anno di bombardamento mediatico, qualsiasi mente debole cadrebbe vittima del panico. Ma il panico, e ve lo dice chi l’ha vissuto, è qualcosa di estremamente egoista, quindi, vi prego, smettetela di dire che lo fate per gli altri, lo fate per voi, solo per voi.

Per chi se lo stia chiedendo, dato che è di moda accusare chiunque la pensi diversamente di negazionismo (termine che, voglio ricordare, veniva usato per chi negava il genocidio della seconda guerra mondiale), credo che il covid esista? Si. Credo che abbia fatto delle morti? Si. Credo che per questo l’intera umanità debba limitare le proprie libertà? No. La morte fa parte della vita, e qualcuno più famoso di me disse che non si può vivere nella paura di morire, perché potrebbe accadere in qualsiasi momento. Inoltre, una società come si deve, salvaguarda il malato, ma salvaguarda anche il sano ed io, che il covid non l’ho preso, è un anno che vivo in uno stato di malattia perenne.

So per certo che, un giorno, dovremo fare i conti con tutto questo, che ci sarà chi dovrà pagare le conseguenze di queste azioni che sono crimini contro l’umanità, ma fino ad allora, io, nel mio piccolo, come facevano i vecchi sovversivi, mi dissocio completamente da tutti coloro che continuano ogni giorno ad acclamare questa devastazione della vita umana e continuerò a cercare di vivere, di abbracciare, baciare e amare il prossimo, di aiutarlo se è in difficoltà e di non condannarlo ad una solitudine forzata. So che pensate di esser nel giusto, di star salvaguardando chissà quale sicurezza, ma se siete tanto fragili da aver bisogno di una gabbia per star bene, allora, vi prego, restate lontani da me.

Io, consapevole di non essere sola in questa battaglia per la vita, continuerò a provare rabbia per l’essere umano che continua ad autodistruggersi, ma mai, mai, perderò la mia fiducia nell’umanità.

Per tutti gli altri che ancora non vedono o non vogliono vedere ciò che sta accadendo davvero intorno a loro, dico solo che il conto arriverà anche per loro, e sarà salato.

Come disse De André “per quanto voi vi crediate assolti, siete lo stesso coinvolti.”