Ma che Whatsapp succede?

In questi giorni molte cose sono state scritte [1][2] sull’aggiornamento delle policy sulla privacy di WhatsApp, azienda dello stesso gruppo di Facebook e Instagram.

In molti si sono preoccupati, come svegliati da un bellissimo sogno dove aziende multimiliardarie vivevano facendo beneficienza fornendo gratuitamente a tutti mirabolanti e costosissimi servizi, senza chiedere niente in cambio.
Beh, non è davvero così, e non lo è solo da qualche giorno:

«Se il servizio è gratis, il prodotto sei tu»

[FAANGM[3]].  e questo, per fortuna, è sempre più evidente a tutti. Decisamente un ottimo punto di partenza per iniziare o continuare una trasformazione o meglio riappropriazione di quanto è nostro: con, ma anche senza GDPR.

Tuttavia, la cosa che a me ha maggiormente infastidito di questa vicenda è stato altro.
Sono informatico ma per quanto capisco il GDPR tutela i cittadini europei fintanto che non si disponga espressamente accettando quando riportato in un contratto o policy che riguarda i dati sensibili e/o personali.
Per cui se autorizzi, nella fattispecie cliccando il bottone apposito, la controparte ha il diritto di usare, elaborare, archiviare, diffondere e vendere i (tuoi) dati in loro possesso (messaggi, immagini, video, ecc), che a quel punto sono anche di loro proprietà proprio perché esplicitamente da te autorizzati.
Se NON autorizzi, come cittadino UE,  sei tutelato dal GDPR che impedisce il trattamento, l’uso e la diffusione dei dati personali, ma dall’ 8 Febbraio, a quanto si legge, il tuo account WhatsApp sarà rimosso.

Un vero e proprio ricatto,

a me pare, con buona pace del GDPR, del Sole 24 ore e di ANSA.

Ad oggi io non ho autorizzato alcunché e aspetto con curiosità cosa avverrà dopo 8 Febbraio.
Da qualche settimana avevo deciso di migrare da tale piattaforma come da FB, Instagram, ecc., verso altri strumenti che abbiano quantomeno un atteggiamento più rispettoso, se non della privacy, almeno in quanto cliente/utente.

Insieme ad alcuni compagni di viaggio della Commissione “Sovranità digitale” di R2020 stiamo ultimando un documento di confronto tra 3 piattaforme: WhatsApp, Telegram e Signal per aiutare, chi è interessaro ad approfondire il tema e a fare valutazioni e scelte possibili e un po’ più consapevoli.
Nei prossimi giorni la sua pubblicazione anche qui.

STAY Tuned!

[1] https://www.ansa.it/amp/sito/notizie/tecnologia/internet_social/2021/01/07/whatsapp-in-europa-nessuna-modifica-a-condivisione-dati-con-facebook_bd29bb96-d6c2-46a3-98fd-2d2ceec57ccf.html

[2] https://www.ilsole24ore.com/art/whatsapp-e-avviso-nuova-privacy-perche-noi-non-cambia-nulla-ADUiroCB

[3] https://www.soldionline.it/esperto-risponde/faang-nasdaq