SCELTA ECOLOGISTA: OPPORTUNITA’ ECONOMICA, MODA O CONSAPEVOLEZZA?

Pensieri in libertà con l’unico scopo di accendere i riflettori sul tema, le scelte che si compiono, risvegliare pensieri: WOLF IN DISGUISE!

Vado in giro ed osservo il territorio e i suoi abitanti, a bordo della mia piccola auto elettrica, o nelle belle giornate su una bici a pedalata assistita.

Osservo questa incredibile azione collettiva ad un adeguamento ecologico e proprio perché osservo, (mi annoia guardare), vedo campi coltivati a fotovoltaico, auto che caricano il carburante all’ipermercato oppure alla colonnina del comune di turno.

Con il DL semplificazioni, in Italia, passeremo dalle attuali 6.000 colonnine di ricarica per auto elettriche, alle 60.000, e nonostante il parere contrario di Terna, con tariffe calmierate che dovranno essere del tutto paragonabili a quelle di casa. Attualmente caricare l’auto elettrica fuori casa o è gratuito, oppure quando a pagamento costa 45 centesimi a kwh, e tenendo presente che un’auto mediamente percorre 7/8 km con un kwh, con tali tariffe, economicamente non conviene in quanto un’auto a metano costa meno sia nell’acquisto iniziale che nei consumi. Credo che a breve, con la progressiva conversione in elettrico del parco automobilistico italiano, tutte le misure incentivanti, come parcheggi, permessi per ztl, ricariche e bolli gratuiti, fisiologicamente e gradualmente spariranno.

E qualcuno potrebbe dire: l’ecologia dove la mettiamo?

E’ a questo punto che osservare mi può aiutare a capire se l’azione che i singoli stanno mettendo in campo è ecologica, economica oppure un mix di altri fattori che si traducono in una moda.I
In tal caso allora l’irrazionalità la fa sempre da padrona e quindi il pensiero analitico esaurisce il suo compito, in quanto la favola che ci raccontano e che ci piace ascoltare non contempla questo protagonista.

Il grandissimo Galimberti, durante una conferenza a cui stava partecipando, nel mentre del suo intervento, pressato dalla moderatrice in quanto aveva sforato il tempo a lui concesso, rispose che il pensiero ha bisogno di tempo, di pause e soprattutto di calma. Il pensiero è la fonte di evoluzione dell’essere umano e mal si accompagna con leggere le 3 righe / 20 parole a cui Google ci ha abituati.

Le auto elettriche consumano elettricità, e per inciso consumano veramente poco, anzi no, che sciocchezza, consumano veramente tanto!
Un’ auto elettrica, paragonata ad un’auto tradizionale consuma veramente poco. Un’ auto a gasolio ad esempio, usando un litro di carburante, riesce a percorrere mediamente 15 km. Considerato che un litro di gasolio convertito in energia fornisce 10 kwh, un’ auto elettrica con la stessa energia percorre 70/80 km, quindi 5 volte tanto. Ma paragonare un’ auto elettrica ad una tradizionale per comprenderne l’impatto sul sistema energetico è un errore grossolano e pericolosamente fuorviante.

Un’ auto elettrica usa l’energia sotto forma di elettricità, che in Italia per inciso, viene prodotta a tutt’oggi con una percentuale dominante da fonte non rinnovabile, e la rete elettrica nazionale sia nella sua capacità di produzione che di distribuzione, è dimensionata per soddisfare il fabbisogno abitativo e produttivo della nazione. L’auto elettrica, quando si ricarica attinge direttamente allo stesso sistema energetico, entrando a tutti gli effetti in concorrenza con le abitazioni e le fabbriche. In poche parole (chi mi conosce starà ridendo ora) le azioni messe in campo con il DL semplificazioni, in merito a questo argomento, sposteranno il fabbisogno energetico della mobilità, da fonti non rinnovabili accessibili presso i distributori di carburanti, a fonti per la maggior parte non rinnovabili acquistabili presso le colonnine elettriche o direttamente a domicilio. Tutto questo comporterà un sovraccarico del sistema elettrico nazionale che non è stato concepito né nella sua capacità di produzione, né di distribuzione per alimentare una richiesta così esigente di energia. Dove vivo, ricordo perfettamente che qualche estate fa, a causa dell’incremento della diffusione e dell’uso dei climatizzatori nelle abitazioni, abbiamo subito distacchi programmati dell’energia elettrica perché la rete non era in grado di soddisfare l’incremento di richiesta di energia. Tra i miei difetti vi è quello di non avere la memoria dei pesci rossi: che brutto vivere avere capacità di memoria!

La mia piccolissima ed ignorantissima Smart EQ, che è tra le auto in commercio più parche nei consumi, e sottolineo tra le più ignoranti, quando si ricarica dalla colonnina di casa, assorbe 3,5 kwp, mentre quando si ricarica dalla colonnina pubbliche, assorbe fino a 22 kwp. In commercio attualmente ci sono auto che ricaricano in corrente continua a 100 kwp, per arrivare alla Tesla che ricarica a 250 kwp, il che significa che quando uno di questi inutili bolidi si sta ricaricando, sta richiedendo alla rete elettrica nazionale di fornire lo stesso quantitativo di energia di circa 100 abitazioni che assorbono 2,5 kwp. Mi permetto di chiamarli inutili bolidi perché qualcuno ancora mi deve spiegare a cosa cavolo serve avere un’ auto che ha almeno 400 cavalli e che fa da zero a 100 in meno di 3 secondi, su un pianeta che ha un codice della strada che prevede i 50 km/h in città, se non a soddisfare un ego inversamente proporzionale alle dimensioni del pisello (chiedo venia ai fruttivendoli, all’ego e in particolare ai legumi).

Nella mia visione della vita, sono le domande, quelle giuste sia inteso, che mi fanno trovare le risposte. Ho la regola ferrea di non rispondere mai alle domande idiote. Quindi mi chiedo, ma visto che ci sono gli incentivi per le auto elettrice, che le tariffe si stanno abbassando, che il numero di colonnine di ricarica in 6 mesi si decuplicherà, e che la rete elettrica nazionale è strutturata per soddisfare l’attuale fabbisogno elettrico, che non ha contemplato quello delle auto, e che nel passato è andato in crisi per dei climatizzatori, mi chiedo: quando tutto il cambiamento sarà a regime, da dove arriverà l’energia di cui tutte le nuove auto elettriche avranno bisogno?

Qualcuno potrebbe dire: me la carico a casa ,di notte, in garage.
Per il profano che vuole comprendere la differenza tra kwh (kilowatt ora) e kwp (kilowatt di picco) è sufficiente che immagini una bottiglia la cui capacità è espressa in litri invece che in Kwh e che il rubinetto per riempirla abbia una portata in kwp invece che in litri a minuto. In questo specifico caso la bottiglia è la batteria, e il rubinetto è la colonnina per ricaricare l’auto. Fatta questa breve premessa, (mi perdonino gli idraulici e gli elettricisti), se io ho una bottiglia di 50 kwh, per riempirla posso usare un rubinetto che per esempio eroga 5 kwp. Per riempire totalmente la battebottiglia, avrò bisogno di 10 ore, se la portata della mia rubicolonnina fosse di 10 kwp beh allora avrei bisogno di 5 ore (questo in teoria senza calcolare le perdite di trasformazione e carica). Considerato ciò, un auto con un pacco batterie da 50 kwh, oggigiorno secondo il ciclo di omologazione WLTP, percorre mediamente 330 km, a climatizzatore spento, significa caldi d’estate e freddi di inverno. Qualora di sera dovessi caricarmi l’auto, e nella ipotesi che avessi 10 kwh residui negli accumulatori, caricando a 3 kwp (la normale fornitura di energia elettrica nelle case italiane), dopo 8 ore di ricarica avrei rifornito la mia auto di 24 kwh. Mancherebbero per il pieno ancora 16 kwh. Ovvio che durante quel periodo, dovrei avere la tv, il frigorifero, la lavastoviglie l’asciugacapelli il forno il computer ecc… spenti, perché avrei dedicato la totalità della mia capacità di assorbimento di energia per uso abitativo alla ricarica dell’auto, alla mobilità. Potrei accendere la lampadina sul comodino, meglio sarebbe, per leggere un libro, accendere la lampadina da campeggio, quella che si mette in fronte per intenderci. Un’ auto che ha 400 cv e 100kwh di batteria, e che quindi ciuccia più di un vampiro dopo una cena in un ristorante stellato, per ricaricarsi totalmente, con le potenze disponibili a casa, ha bisogno di 35 ore di fermo auto, con le conseguenze in casa appena descritte. Quindi devo per forza di cosa passare minimo ad un contatore di almeno 6 kwp, avendo una sola auto elettrica da caricare nel nucleo familiare, le 35 ore resteranno sempre tali.

La domanda che mi sono posto, su come i nostri amministratori / politici, abbiano intenzione di soddisfare l’esigenza energetica della mobilità trova per ora una sola risposta, che mi fa rabbrividire. A pensar male si fa peccato, ma….. Mi stanno creando il bisogno e poi mi daranno la soluzione, e la soluzione di questa politica che ha dimostrato di saper agire nel presente come se non ci fosse un passato da cui imparare e non ci sarà un domani in cui vivere, mica sarà di costruire centrali nucleari?

Prima di installare un impianto fotovoltaico, dovresti chiederti: ma il terreno deve produrre patate oppure energia elettrica? Prima di comprare un’ auto elettrica dovresti chiederti: ho la capacità di rifornirla con l’energia che annualmente mi auto produco, con il fotovoltaico che ho installato sul tetto, oppure dovrò chiedere al pianeta energia elettrica?

Una volta che mi sarò posto queste due domande e mi sarò onestamente risposto allora saprò dove anteporre il prefissoide eco. Nonostante le dichiarazioni di blasonati quanto impreparati politici e ministri che affermano che l’auto elettrica non inquina, in un mondo dove nulla si crea e nulla si distrugge, l’auto elettrica nella migliore delle ipotesi sposta in un altro posto gli effetti dell’inquinamento, ma a questo la nostra società, quella del primo mondo è abituata ad averci a che fare, è talmente abituata che neanche sa di farlo.

Riflettendo meglio, se la tua ecologia in realtà è economia, tieniti tranquillamente la tuo euro 3 a gasolio di 20 anni che ti costa sicuramente meno che acquistare un nuova auto elettrica. Tra qualche anno la passi auto d’epoca, non paghi il bollo ed accedi a tariffe agevolate per l’R.C.A., ed inoltre non te la ruba nessuno. Vuoi mettere poi la possibilità di usare la strategia della seppia che in autostrada ti permette di allontanare quegli idioti che si piazzano ad un metro dal tuo bagagliaio? Basta scalare una marcia e buttare giù il piede destro, e il mondo dietro, magicamente scompare in quello che appunto si chiama strategia evasiva della seppia calamaro o “purpo”che si voglia.

WOLF IN DISGUISE: una frase idiomatica anglosassone, corrisponde al nostro lupo travestito da agnello. Lo so, questo dell’ecologia è un argomento molto complesso, e ne stanno parlando in tanti, ma sinora non ho sentito nessuno affrontarlo sotto questo aspetto. Parliamone!