Continua la campagna di mailbombing verso gli Eurodeputati e i Senatori della Repubblica Italiana, impegnati nella votazione del Regolamento Europeo che introduce il Passaporto Vaccinale. Questa è la mail che inviamo per fornire ai parlamentari in buona fede delle argomentazioni ragionevoli per un voto contrario. Vi chiediamo il vostro impegno quotidiano nel inviare le email per i prossimi giorni.
Gli Eurodeputati interessati sono i membri della Commissione LIBE, mentre i Senatori sono quelli della Commissione Politiche Europee del Senato. Entrambe le commissioni hanno già iniziato i lavori.
A seguito del rapporto precedente sugli standard del Better Regulation, vi presentiamo altre tre ragioni legali per cui vi chiediamo di VOTARE CONTRO il Certificato Digitale Verde:
Nessuno può essere imprigionato senza processo, in opposizione all’ arbitrarietà, che permette che chiunque sia arrestato senza giusta causa. Sotto questo principio, chiunque sia arrestato ha il diritto di conoscere il motivo e i capi d’accusa.
Nessuno sarà arrestato, trattenuto o esiliato arbitrariamente.
Con la messa in atto del Certificato Digitale della UE, I cittadini dell’Unione saranno privati di libertà fondamentali (per esempio, arresti domiciliari) se non accetteranno di mostrare un test RT-PCR negativo, una prova della vaccinazione o una prova di guarigione.
Richiedere a ogni cittadino UE di mostrare un passaporto sanitario porta a invertire l’onere della prova di essere sano/a/non colpevole
Uno studio cinese pubblicato il 20 novembre 2020, realizzato a Wuhan su 10 milioni di persone (che rappresentano il 94.1% della popolazione di Wuhan, in una meta-analisi), ha mostrato che le persone asintomatiche non sono contagiose: la pratica generalizzata dei test PCR in una popolazione è quindi perfettamente inutile.
Non c’è assolutamente nessun bisogno di un passaporto sanitario europeo che inverte l’onere della prova sui cittadini.
I cittadini UE, che sono nel loro diritto di rifiutare interventi medici (essere sottoposti a test o vaccinati), sono condannati a rimanere a casa. Nei termini della legge penale applicabile comunemente, questo equivale agli arresti domiciliari.