Riportiamo le parole di Davide Tutino, docente di storia e filosofia che più volte si è reso protagonista di gesti di disobbedienza civile e onestà intellettuale contro la narrativa e la normativa della cosiddetta emergenza Covid.
Tutino, dopo una e-mail di avvertimento inviata alla sua dirigente scolastica, si è presentato nell’istituto in cui lavora senza mascherina. Tra le motivazioni del gesto non solo il fatto che l‘Italia sia rimasto l’unico paese europeo ad imporla ad alunni e lavoratori, ma anche l‘esempio fornito dal Presidente del Consiglio, che pochi giorni fa si è presentato in una scuola a Sommacampagna, in provincia di Verona, lasciandosi fotografare senza mascherina in mezzo a centinaia di alunni costretti a indossarla.
Questo il suo messaggio.
SIAMO TUTTI DRAGHI
Domani saranno 3 giorni che mi presento a scuola senza maschera, dalle ore 8 alle ore 15. Il ministro dell’Istruzione ammette che l’obbligo di maschera non ha valore sanitario ma educativo. È un bavaglio culturale, un cappio del pensiero, una mordacchia contro la parola.
Faccio appello ai mezzi di informazione, ai parlamentari, alle forze politiche, ai movimenti di resistenza, perché tolgano il bavaglio da sé stessi e dai nostri ragazzi. La disobbedienza civile che sto portando avanti fa seguito alla lettera che ho inviato alla mia scuola, e che riporto qui di seguito.
c.a. Dirigente Liceo Gullace Talotta di Roma
Mittente:
Professor Studente
Davide Tutino, illegittimamente demansionato per dissidenza politica,
Rappresentante del Sindacato Fisi,
Tra i fondatori del gruppo di azione nonviolenta Resistenza Radicale,
nonché del Comitato di Liberazione Nazionale.
Gentilissima Dirigente,
Sospendo oggi lo sciopero della parola in quanto,
spinto dalla coscienza, dalla scienza, dalla costituzione, mi trovo nel dovere inderogabile di prendere esempio dalle nostre massime istituzioni.
Il nostro presidente del consiglio, in visita alla scuola media Dante Alighieri di Sommacampagna (Verona), si è immerso tra la folla dei bambini e degli adulti senza indossare alcuna maschera.
Egli ha così portato loro un giusto e chiaro esempio di ciò che intende il nostro presidente Mattarella con le parole pronunciate in apertura dell’anno accademico presso l’Università di Padova:
“Vorrei raccomandare agli studenti di questo e ogni altro ateneo di non cadere mai in questa tentazione, di coltivare sempre il dubbio e lo spirito critico. L’antidoto alla superbia è la cultura.”
Così ha detto il nostro capo dello stato, anch’egli senza indossare alcuna maschera.
Due esempi così illustri non potevano e non possono lasciarci indifferenti, e costituiscono una loro chiara denuncia di quella che oramai è soltanto una inutile e vessatoria finzione giuridica.
È nostro dovere come uomini, come cittadini, come docenti, seguire il loro esempio, e coltivare il coraggio della verità, del diritto, della dignità umana.
Per questa ragione mi presento a scuola senza maschera, certo ormai che la comunità scolastica debba dare risposta a questioni ragionevoli e argomentate poste dagli studenti, dalle famiglie, dai docenti e dai lavoratori.