Riportiamo il comunicato stampa di Alleanza Italiana Stop 5G che invita tutti noi Venerdì 8 Aprile 2022, dalle ore 11.00 alle ore 13.00, in Piazza dei Santi Apostoli, al sit-in ‘Fermiamo il golpe elettromagnetico’.
COMUNICATO STAMPA
Esproprio delle case per mettere antenne 5G: nel DDL Concorrenza si insinua il golpe elettromagnetico
Venerdì 8 Aprile sit-in a Roma di Alleanza Italiana Stop 5G per contestare l’overdose di radiofrequenze che innalzerebbe di 100 volte la potenza d’irradiazione cancerogena, esautorati sindaci, comuni e regioni su vincoli ambientali, sanitari, paesaggistici e autorizzazioni sismiche
Venerdì 8 Aprile 2022, dalle ore 11.00 alle ore 13.00, a Roma in Piazza dei Santi Apostoli, Alleanza Italiana Stop 5G organizza il sit-in ‘Fermiamo il golpe elettromagnetico’. L’iniziativa intende contrastare gli emendamenti presentati al disegno di legge cd. Concorrenza nel quale si annida un vero e proprio colpo di Stato elettromagnetico, ordito per legittimare la digitalizzazione algoritmica dell’esistenza umana, dei diritti e delle libertà dei cittadini, favorendo il business delle compagnie telefoniche in dispregio dei principi della proprietà privata, dei poteri di autonomia locale attribuiti ai Sindaci, nonché del Principio di Precauzione e di prevenzione del danno sanciti dall’Unione Europea, ormai noto come campi elettromagnetici, radiofrequenze onde non ionizzanti siano nella lista internazionale degli agenti cancerogeni.
Alcuni emendamenti presentati dalla maggioranza di Governo, per favorire il lancio del 5G intendono infatti: abolire una delle norme più cautelative d’Europa, innalzando di oltre 100 volte l’irraggiamento elettromagnetico nell’aria, facendo schizzare dall’attuale media rilevata nelle 24 ore dei 6 V/m a quella dei 61 V/m il limite soglia su tutto il territorio nazionale; eliminare il criterio minimizzazione del rischio sanitario e ambientale; cancellare il canone di concessione per le infrastrutture di telecomunicazione, già svilito nella tariffa forfettaria; cancellare qualsiasi autorizzazione paesaggistica e antisismica, esautorando poi le competenze di ARPA regionali/APPA provinciali ed uffici comunali, abolendo Regolamenti e Piani per la localizzazione delle antenne, strumenti amministrativi e tecnici con cui gli enti locali, ad esempio, nella previsione dell’implementazione di nuova infrastruttura tecnologica individuano centri abitati, scuole e ospedali per limitare l’impatto elettromagnetico sui siti sensibili, infine previsto persino l’esproprio della proprietà privata per impiantare nuove antenne telefoniche.
“Dopo due anni di restrizioni e una raffica di misure liberticide, l’Italia è sempre più ridotta a maxi-laboratorio di ingegneria sociale a cielo aperto per una sperimentazione che non ha precedenti nella storia dell’umanità: adesso vorrebbero addirittura toglierci casa per invaderci di antenne, è inaccettabile,” afferma Maurizio Martucci, portavoce nazionale dell’Alleanza Italiana Stop 5G. “Esattamente come chiedono ASSTEL (Confindustria) e Governo Draghi-Colao, con questi emendamenti il Parlamento fa gli interessi dell’industria, non certo dei cittadini, trasformando radicalmente la cosa pubblica in azienda privata, rinunciando agli strumenti di tutela della salute collettiva, togliendo poteri ai sindaci, alle agenzie regionali e provinciali di protezione ambientale, dando però alle multinazionali delle telecomunicazioni la possibilità di sperimentare sulla popolazione inerme una tecnologia non sicura e pericolosa, previsto addirittura l’esproprio di case e terreni privati per invaderci di antenne ad elettrosmog aumentato di 110 volte, tralasciando i numerosi appelli alla prudenza lanciati dalla comunità medico-scientifica nazionale e internazionale indipendente, cioè non conflitta da interessi né legami con le Telco. E si ignorano anche le richieste di numerosi sindaci, partiti, movimenti e associazioni consapevoli dell’invisibile ma grave pericolo nascosto nei lati oscuri del futuro digitale. Non è progresso quello che offende natura e umanità!” Al sit-in dell’Alleanza Italiana Stop 5G aderiscono i medici delle associazioni IppocrateOrg e Associazione Italiana Medicina Ambiente Salute, la Rete dei Sindaci per la moratoria 5G, i fuochi di resistenza di R2020, i partiti 3V Verità e Libertà, Forza del Popolo, Onda Civica Trentino, SìAmo, il Comitato di Liberazione Nazionale, la società cooperativa di mutuo soccorso intergenerazionale ad azionariato diffuso ‘Stefano Rodotà’ Generazioni Future e il movimento confederativo unitario Fronte del Dissenso.
Per sensibilizzare la classe politica e l’opinione pubblica sui gravi pericoli del 5G nell’invasione elettromagnetica, Alleanza Italiana Stop 5G ha più volte invitato i parlamentari ad adottare una programmazione di buon senso e finalizzata alla minimizzazione del rischio, scrivendo nei giorni scorsi ai componenti della 10^ Commissione permanente del Senato dove è in esame il DDL Concorrenza, mentre da tre settimane una staffetta di attivisti si alterna all’esterno di Palazzo Montecitorio e Palazzo Madama per contestare la manovra con bandiere e cartelli di dissenso. Promotrice negli ultimi anni di numerosi azioni e manifestazioni, Alleanza Italiana Stop 5G ha poi raccolto oltre 64.500 firme in una petizione popolare per la moratoria dell’Internet delle cose, attivo sulla piattaforma Eppela un crowdfunding per sostenere cause legali in difesa della salute pubblica minacciata dall’elettrosmog. Per scongiurare l’innalzamento dei limiti soglia di emissione elettromagnetica, lo scorso anno è stato è stato promosso anche uno sciopero della fame, adottato da 135 cittadini per 18 giorni. “In quel caso riuscimmo a fermare lo tsunami di radiofrequenze con strategia e determinazione, non è la prima volta ma sono anni che la lobby punta al colpo grosso dei 61 V/m,” conclude Martucci, portavoce dell’Alleanza Italiana Stop 5G. “Chiediamo ai senatori di ritirare o bocciare le proposte emendative: se dovessero arrivare alla Camera dei Deputati, continueremo in ogni modo legale la nostra battaglia. Nei paesi in cui vigono i limiti a 61 V/m, si registrano infatti casi intollerabili in uno Stato di diritto: in Francia cittadini elettro-iper-sensibili si sono dovuti rifugiare sulle Alpi per scappare dalla pervadente oppressione dell’elettrosmog, subito sulla propria pelle come una vera e propria tortura legalizzata. Questo scempio non è certo tollerabile in Italia, sempre più terra di un progresso pieno di insidie e ombre.”
- 4 Aprile 2022
- Alleanza Italiana Stop 5G
- www.alleanzaitalianastop5g.it
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RIFERIMENTI UTILI
“Sarebbe una mossa retrograda e poco saggia aumentare di 100 volte i limiti di esposizione di radiofrequenze vigenti in Italia per raggiungere i limiti di esposizione inadeguati raccomandati dall’ICNIRP. I limiti di esposizione dell’ICNIRP si basano essenzialmente sui soli effetti biologici termici acuti e non sugli effetti biologici e ambientali cronici e fortemente emergenti dalle esposizioni alle radiofrequenze. Questi effetti a lungo termine ora includono prove ragionevolmente forti di cancro negli esseri umani, in particolare per i tumori del glioma (cervello) e dei neuromi acustici. Dal 2018, l’evidenza umana è stata supportata da prove “chiare” di cancro negli animali da due studi di ricerca a lungo termine complementari e reciprocamente supportati dal National Toxicology Program dei governi degli Stati Uniti e dall’organizzazione italiana indipendente, Istituto Ramazzini, che ha contribuito a all’avanguardia nei test di cancerogenicità animale su larga scala negli ultimi 50 anni”. E ancora. “L’Italia ha guidato il mondo negli ultimi 20 anni nel dimostrare che i loro limiti di esposizione per la protezione della salute più bassi e protettivi per le radiofrequenze possono essere raggiunti dall’industria italiana delle telecomunicazioni senza ostacoli economici o tecnici significativi alla loro espansione nei sistemi 4G e 5G”.
Istanza internazionale sottoscritta da autorevoli scienziati di America, Canada, Danimarca e Israele e indirizzata al Presidente del Consiglio dei Ministri Mario Draghi e ai presidenti di Camera dei Deputati e Senato della Repubblica, Roberto Fico e Maria Elisabetta Alberti Casellati
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«Nessuna ragione tecnica o economica può giustificare un rischio di salute per la popolazione e la biodiversità. Innalzare il limite portandolo a 61 V/m, significa ignorare le ragioni sanitarie che dimostrano la presenza di effetti biologici non termici, anche molto gravi, fino a forme tumorali, causati dalle frequenze già in uso. Evidenze che fotografa anche l’ultima ricerca Health impact of 5G dell’Istituto Ramazzini pubblicata dal Servizio di Ricerca del Parlamento Europeo. Chiediamo con forza alla Commissione Industria del Senato e a tutti i Parlamentari di dare voce alla ricerca e alla scienza, e non alle ragioni del potere economico, mettendo al primo posto la salute dei cittadini: i limiti elettromagnetici non vanno alzati».
Appello di Isde Italia, Associazione Medici per l’Ambiente
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PETIZIONE ALLEANZA ITALIANA STOP5G
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RACCOLTA FONDI ‘PROCESSO AL 5G, TUTELA PER I CITTADINI’
https://www.eppela.com/projects/6759
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Senato della Repubblica, 10^ Commissione permanente Industria, Commercio, Turismo – Riassunto degli aspetti più rilevanti contenuti negli emendamenti al DDL “Concorrenza” (A.S. 2469) Capo IV, Energia, artt. 19 e 20 sulle installazioni degli impianti di telefonia mobile:
- i limiti di esposizione della popolazione, con proposte di innalzamento fino a 61 V/m contro gli attuali 6 V/m,
- l’eliminazione del criterio della minimizzazione dei valori di campo elettromagnetico nella pianificazione da parte dei Comuni
- l’obbligo di esproprio a cura dei Comuni di proprietà private, anche quelle con impianti già esistenti, in favore delle compagnie
- cancellazione delle autorizzazioni paesaggistiche ed antisismiche
- esclusione delle strutture da ogni regolamento urbanistico e edilizio
- riduzione dell’ambito di azione di controllo delle Arpa
- ulteriori semplificazioni, anche in sede di contenzioso tra operatori e Comuni
- cancellazione dei canoni di concessione
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Emendamento 19.1) Giacobbe, Manca (PD): in caso di contenzioso tra gestore e Comune per “dinieghi ingiustificati”, la procedura giuridica è semplificata (si ferma all’ordinanza cautelare)
Emendamenti dal 19.7) Margiotta, Giacobbe, Mirabelli, Biti (PD) al 19.13 Corti, Pergreffi, Campari Rufa, Sudano, Marti, Mollame, Pianasso, Pietro Pisani (Lega), Sbrollini (Italia Viva): modifiche al nuovo Codice delle Comunicazioni tra cui:
- equiparazione dei semplici pali a opere di telecomunicazioni
- espropri di aree e immobili privati, anche quelli su cui sono già presenti impianti in funzione
- non si applica a tutte le strutture per le telecomunicazioni la disciplina urbanistica e edilizia del Comune
- esclusione della documentazione radioelettrica per ottenimento del parere sanitario da parte di Arpa, per le tower company
- possibilità di scavalcare il parere delle Arpa per le tower company
- impianti provvisori senza autorizzazione paesaggistica
- nessun canone di occupazione di beni demaniali o in concessione
Emendamenti da 19.14 a 19.15) Margiotta, Giacobbe, Mirabelli, Biti (PD), Sbrollini (Italia Viva): nessun certificato di collaudo che viene sostituito da una dichiarazione di regolare esecuzione del direttore dei lavori
Emendamenti da 19.16 a 19.17) Margiotta, Giacobbe, Mirabelli, Biti (PD), Sbrollini (Italia Viva): esclusione del vincolo paesaggistico esteso anche per le installazioni in zone gravate da usi civici
Emendamenti da 19.18 a 19.20) Corti, Marti, Mollame, Pianasso, Pietro Pisani (Lega) Margiotta, Giacobbe, Mirabelli, Biti (PD), Sbrollini (Italia Viva): le riconfigurazioni di impianti esistenti e gli impianti temporanei non sono rilevanti ai fini della pubblica incolumità; è quindi esclusa la necessità della relativa autorizzazione sismica
Emendamenti da 19.21 a 19.24) Margiotta, Giacobbe, Mirabelli, Biti (PD), Corti, Pergreffi, Campari Rufa, Sudano, Marti, Mollame, Pianasso, Pietro Pisani (Lega), Sbrollini (Italia Viva): soppressione del criterio della minimizzazione tra gli strumenti a disposizione dei Comuni ed eliminazione del concetto di siti sensibili
Emendamento 19.0.2) Giacobbe (PD): abrogazione limiti italiani e adozione Raccomandazione Consiglio UE 12/7/1999: da 6 V/m a 61 V/m