Tutto ciò che è stato pronosticato si sta concretizzando. Il Green Pass non è che un tassello di un ampio programma che mira alla concentrazione del potere tecnico, economico e politico presso l’élite capitalistica dominante e alla riduzione della popolazione mondiale in un gregge controllato, terrorizzato e privato dei più elementari diritti. Ce l’hanno già detto. Non li abbiamo ascoltati. E ci siamo fatti trovare impreparati. Ora non è più tempo di perder tempo. Uniamo i puntini e iniziamo ad agire con integrità, coscienza e consapevolezza.
L’umanità non si può delegare. Si può riconoscere, coltivare, proteggere, celebrare. Ognuno con le proprie esperienze, azioni, talenti e pensieri. Insieme, con e per gli altri. Non si può più delegare la nostra salute, la nostra alimentazione, l’educazione dei nostri figli, le scelte per il nostro territorio. La Vita non si può delegare.
È il momento in cui ciascuno di noi si prenda le proprie responsabilità. È arrivato il tempo di far emergere i nostri talenti e di donare il meglio di noi. Solo dalla condivisione del nostro meglio possiamo ripartire per far emergere il bello e il sano e ricostruire, guarendo ciò che non lo è mai stato. Ripartiamo da noi stessi e dalle nostre comunità. Restiamo integri e coerenti, con radici salde e occhi ben aperti. Doniamoci e doniamo, a chi è in difficoltà: un pasto, un lavoro, un tetto, un sorriso, una parola, un abbraccio. Coltiviamo la memoria, ricordiamoci ciò che siamo. Nessun compromesso può essere accettato. Nessuna legge ci potrà mai obbligare ad allontanarci dal motivo per cui siamo in questo mondo. Qui ed ora. Il nostro destino è la nostra felicità.
Non possiamo più contare sugli eroi. Non sui leader, né sui primi, neanche sui santi. Ci siamo noi. Ciascuno di noi.
Non basta la raccolta firme, la manifestazione al porto, la notte al presidio, la protesta del sabato, il picchetto di un paio d’ore, lo sciopero del venerdì. È TANTO. TANTISSIMO. MA NON BASTA.
Siamo stanchi, e confusi, perché tanta violenza non si capisce. Non è umana. Non si può capire. Ma delegare, rimandare, confidare negli altri NON BASTA.
Tanti in questi giorni si sono organizzati per mandare viveri a Trieste. Altri si sono fatti i chilometri per esserci fisicamente. Va bene. Va benissimo. MA NON BASTA. E non basta perché tenere aperto un solo fronte non potrà mai portarci da nessuna parte. Arrivano e ci spazzano via, senza guardarci negli occhi, senza ascoltarci, senza degnarci di un momento.
Non è più questione di vax e no vax, di pass e no pass… qui è QUESTIONE DI VITA E DI MORTE. Di persone violate nel corpo, nell’anima, nei diritti, da uno Stato che non può più dirsi democratico. Perché in uno stato democratico le minoranze, qualsiasi minoranze, sono tutelate. Le manifestazioni sono permesse. Il lavoro è garantito.
In uno stato democratico i DIRITTI SONO DIRITTI, non privilegi a tempo. La coscienza di tanti inizia a mordere. Non è più tempo di rimandare. Quello che cediamo oggi sarà quello che ci mancherà domani: la vita, la libertà, la dignità di essere umani.
Non bastano i portuali di Trieste, non basta più nessuno, c’è bisogno di tutti. OGGI. ADESSO. DI TUTTI I CITTADINI LIBERI.
COSA FARE QUINDI?
Dobbiamo iniziare ad essere indipendenti. Tagliare i fili che ci manovrano. Puntare all’autosufficienza e alla collaborazione per rispondere ai nostri bisogni essenziali: nutrirci, informarci, socializzare, educare i nostri figli, guarirci…
- Dobbiamo riconoscere i nostri talenti e metterli a disposizione della comunità in cui viviamo. E, in primis, dobbiamo tornare ad essere comunità. Uomini e donne che agiscono per il bene comune e per un futuro di benessere, dando il meglio di sé stessi.
- Dobbiamo abbandonare i loro luoghi, i loro consumi, il loro cibo spazzatura, le loro leggi, le abitudini che ci hanno imposto, le loro menzogne, la loro disinformazione, la loro visione del mondo.
- Dobbiamo ricominciare a vivere e ad abbracciarci, a sorridere e a lavorare per un mondo diverso. Dobbiamo tornare ad ESSERE UMANI e a credere nell’Umanità.
Ciò che oggi vediamo in maniera così limpida, non è che il concretizzarsi di quell’agenda scritta decenni fa, da coloro che Giulietto Chiesa chiamava i “padroni del mondo”. Oggi si stanno svelando i volti e le intenzioni, ma era già tutto scritto.
L’obiettivo non sono i soldi, un vaccino o un green pass… L’OBIETTIVO È IL CONTROLLO TOTALE DELLA POPOLAZIONE GLOBALE. L’assoggettamento definitivo di tutti noi a quel nuovo ordine mondiale che stanno mettendo in atto. Ci vogliono morti, malati, schiavi, inermi.
Il Green pass non è che un tassello di questo programma: un programma che mira a un controllo centrale totale, dove il cittadino è sottomesso biologicamente, economicamente, elettronicamente al potere centrale, con tutti i dispositivi e mezzi possibili, al fine di indurre la stessa popolazione a scelte imposte via via dai padroni di turno.
E per farlo, i mezzi sono già in campo:
- Crisi sanitaria
- Crisi energetica
- Crisi climatica
È GIÀ TUTTO SCRITTO...
Era il 2015 quando, in un Ted, Bill Gates pronosticava una futura epidemia, per la quale non saremmo stati pronti.
“Oggi il più grande rischio di catastrofe globale non è più questo. È più simile a questo, invece. Se qualcosa ucciderà 10 milioni di persone, nei prossimi decenni, è più probabile che sia un virus altamente contagioso piuttosto che una guerra. Non missili, ma microbi”[1].
Più che una supposizione, una vera e propria anticipazione. Tant’è che il 18 ottobre 2019, a New York, il Johns Hopkins Center for Health Security, in collaborazione con il World Economic Forum e la Bill and Melinda Gates Foundation, hanno ospitato l’evento 201, una simulazione di pandemia di alto livello.
L’esercizio ha illustrato le aree in cui sarebbero stati necessari partenariati pubblico/privato durante la risposta a una grave pandemia al fine di ridurre le conseguenze economiche e sociali su larga scala.
In particolare, a fine esercitazione, Il Johns Hopkins Center for Health Security, il World Economic Forum e la Bill & Melinda Gates Foundation hanno proposto congiuntamente 7 punti, tra questi:
- L’industria, i governi nazionali e le organizzazioni internazionali dovrebbero collaborare per migliorare le scorte internazionali di contromisure mediche (MCM) per consentire una distribuzione rapida ed equa durante una grave pandemia.
- I governi dovrebbero fornire più risorse e supporto per lo sviluppo e l’aumento della produzione di vaccini, terapie e diagnostica che saranno necessari durante una grave pandemia.
- I governi e il settore privato dovrebbero assegnare una priorità maggiore allo sviluppo di metodi per combattere la disinformazione prima della prossima risposta alla pandemia.
Una descrizione completa di ciascuna raccomandazione e dell’invito all’azione è disponibile sul sito Web di Event 201[2].
Ma a prevedere il flagello di un’epidemia mondiale non sono stati soltanto il “filantropo” Bill Gates (2015) o il noto economista-saggista Jacques Attali che il 5 marzo del 2009, in un articolo dell’Express, profetizzava l’arrivo di una pandemia che avrebbe creato le condizioni per l’instaurazione di un nuovo “governo mondiale”[3].
Anche il Memorandum Rockefeller pubblicato dalla Fondazione Rockefeller è una pietra miliare di chiaroveggenza. Il report “Scenari per il futuro della tecnologia e dello sviluppo internazionale” (“Scenarios for the Future of Technology and International Development”), pubblicato nel 2010 sul sito internet della Fondazione, disegnava con incredibile precisione le conseguenze di un’epidemia disastrosa, in forza della quale i popoli saranno costretti a cedere la propria sovranità a un governo più autoritario, a carattere ultraglobalista e ipercapitalistico. Tale governo controllerà millimetricamente le vite, con la scusa della sicurezza. Secondo il documento, il controllo panoptico delle vite raggiungerà l’apice nel 2025: in quella data, i cittadini saranno completamente sudditi e saranno i governanti a decidere sovranamente per loro e per le loro esistenze. Con le precise parole del Memorandum:
“by 2025, people seemed to be growing weary of so much top-down control and letting leaders and authorities make choices for them”.
Ma non basta. Anche nell’aprile 2020 la Fondazione Rockefeller (a emergenza appena dichiarata) ci ha tenuto a dire la sua sul futuro post pandemico del mondo intero. Ne ha parlato, tra gli altri, dalle colonne de “Il Manifesto” il giornalista Manlio Dinucci, in un articolo del 19.5.2020 intitolato “Piano Usa: controllo militarizzato della popolazione”[4].
La Fondazione Rockefeller – spiega Dinucci – ha presentato il 21.4.2020 un documento dal titolo National Covid-19 Testing Action Plan – Pragmatic steps to reopen our workplaces and our communities (National Covid-19 Piano d’azione per i test – Passi pragmatici per riaprire i nostri luoghi di lavoro e le nostre comunità). E ha indicato i “passi pragmatici per riaprire i nostri luoghi di lavoro e le nostre comunità”. Le misure non sono soltanto sanitarie stricto sensu. Ancora una volta, medicina e politica si intrecciano senza soluzione di continuità, dando vita a una sorta di “politica sanitaria” che, ancora una volta, usa l’emergenza pandemica come via verso l’autoritarismo. Il Piano, che vede la partecipazione attiva di alcune note università (Harvard, Yale, Johns Hopkins e altre), “prefigura un vero e proprio modello sociale gerarchizzato e militarizzato”.
Al vertice, vi sarebbe il “Consiglio di controllo della pandemia, analogo al Consiglio di produzione di guerra che gli Stati uniti crearono nella Seconda guerra mondiale”. Con le parole del documento:
“we therefore propose the creation of a Pandemic Testing Board (PTB), akin to the War Production Board that the United States created in World War II”.
Il PTB risulterebbe da “leader del mondo degli affari, del governo e del mondo accademico”. Questo Consiglio supremo deterrebbe il potere di decidere produzioni e servizi: e avrebbe, di fatto, un’autorità “analoga a quella conferita al presidente degli Stati uniti in tempo di guerra dalla Legge per la produzione della Difesa”.
L’emergenza Covid-19 determina, dunque, l’instaurarsi di un regime marziale, con tutto ciò che ovviamente ne consegue in termini di sospensione dei diritti e delle libertà. Potete leggere il resto QUI.
Ovviamente l’emergenza sanitaria non è che una degli avvenimenti prontamente pronosticati (e testati) da lor signori.
Nel 2010, lo stesso Bill Gates, ci faceva sapere le future crisi che avremmo dovuto affrontare – quella energetica e quella climatica – e, anche in questo caso, le soluzioni più opportune per farlo[5].
“Ora, noi emettiamo molta CO2 ogni anno, oltre 26 miliardi di tonnellate – spiegava Gates – Circa 20 tonnellate per ogni americano. Per gli abitanti dei paesi poveri, è meno di una tonnellata pro capite. La media mondiale è di circa 5 tonnellate pro capite. E in qualche modo, dobbiamo fare progressi che portino quella quantità a zero… Dobbiamo passare dall’aumentare rapidamente al diminuire fino a zero. Questa equazione ha quattro fattori: la popolazione mondiale, i servizi che in media ogni persona usa, l’energia media richiesta da ciascun servizio e la CO2 emessa per unità di energia. Analizziamo ciascun fattore e vediamo come possiamo azzerarlo. Probabilmente, uno di questi numeri deve abbassarsi fin quasi a zero. È algebra delle superiori. Vediamo un po’.
Il primo fattore è la popolazione. Il mondo ha oggi 6,8 miliardi di abitanti. Ci dirigiamo verso i 9 miliardi. Se facciamo un buon lavoro con i nuovi vaccini, la sanità, la salute riproduttiva, possiamo diminuirlo forse del 10 o 15%, ma qui registriamo un aumento di circa il 30%.
Il secondo fattore sono i servizi che usiamo. Il che comprende tutto, il cibo che mangiamo, il vestiario, la TV, il riscaldamento. (…)
Quanto all’efficienza e, all’energia per unità di servizio erogato, qui finalmente ci sono buone notizie. Questo fattore non sta aumentando. Grazie a molte invenzioni, nuovi modi di illuminare, automobili fatte diversamente, costruzioni realizzate diversamente, per molti servizi si può diminuire considerevolmente l’energia consumata. In alcuni servizi si può ridurre del 90%. (…)
Guardiamo il quarto fattore, il fattore chiave, la quantità di CO emessa per unità di energia. La domanda è, possiamo ridurla a zero? Se si brucia carbone, no. Se si brucia gas naturale, no. Quasi tutti i modi per produrre oggi l’elettricità, a parte le rinnovabili e il nucleare, emettono CO2. Quello che dovremo fare su scala globale, dunque, è creare un nuovo sistema. E ci servono “miracoli” energetici”.
Naturalmente il nostro caro Bill si sta da tempo occupando di nucleare e di miracoli energetici. Potete ascoltare le sue parole, e le sue intenzioni, qui.
Klaus Schwab, fondatore e attuale direttore esecutivo del World Economic Forum (o Forum di Davos), nonché autore del libro “COVID-19: The Great Reset” (luglio 2020), nel 2016 aveva anticipato con “La quarta rivoluzione industriale” il panorama che oggi si sta delineando a tutti gli effetti: Domotica, Intelligenza artificiale, macchine autonome, aumento delle capacità cerebrali grazie alla neuro-tecnologia, riscrittura del codice genetico… le basi di una società del controllo e del trasumanesimo.
“La quarta rivoluzione industriale sarà caratterizzata dalla presenza di nuove tecnologie che, combinando sfera fisica, digitale e biologica, genereranno conseguenze in tutte le discipline e in tutti i settori economici e produttivi, arrivando a mettere in discussione persino il significato di essere umano”.
Ora non è più tempo di perder tempo.
E si potrebbe andare avanti. Perché di cose dichiarate con largo anticipo ce ne sono tante e tutte ci indicano chiaramente la strada che ci vorrebbero far percorrere, speditamente, verso il Nuovo Mondo. Un mondo nel quale non c’è spazio per la proprietà privata, per la piccola e media impresa, per l’economia locale, per la valorizzazione della persona, per il rispetto della biodiversità, per i territori e per la bellezza, per i talenti, la solidarietà e per la realizzazione personale virtuosa. Un mondo in cui la concentrazione del potere tecnico, economico e politico presso l’élite capitalistica dominante raggiunge il suo massimo livello, in cui l’asimmetria tra i dominanti e i dominati tocca il suo limite, giacché questi ultimi saranno ridotti al rango di un gregge controllato, terrorizzato e privato dei più elementari diritti. Ce l’hanno già detto. Non li abbiamo ascoltati. Non ci abbiamo creduto. E ci siamo fatti trovare impreparati. Ci hanno spiazzati e troppo facilmente manipolati.
Ora non è più tempo di perder tempo. Di farci prendere in giro. Di nasconderci dietro a scuse o paure. Abbiamo perso fin troppa vita. È tempo di riprenderci tutto e anche di più di quello che ci hanno tolto. È tempo di tornare ad ESSERE UMANI e di perseguire soltanto il nostro destino: la nostra felicità.
Per questo è fondamentale essere indipendenti sui nostri bisogni essenziali. Per poterci rendere indipendenti da qualsiasi controllo, non passibili di ricatto, LIBERI DI SCEGLIERE CON CONSAPEVOLEZZA E COSCIENZA.
C’è una morale al di sopra di ogni legge. Ed è quella che dobbiamo perseguire. Oggi più che mai.