Lettera di Enea

Buongiorno a tutti, mi chiamo Enea, 14 anni frequento l’istituto alberghiero di Milano.

Alcuni giorni la mia giornata inizia alle 10.00. Con la #DAD sto davanti al computer fino alle 16.00. Niente più laboratorio di cucina. La lezione di flauto è concessa solo attraverso il pc. Manca la presenza fisica del mio insegnante, perché la musica è prima di tutto vibrazione in presenza.


Niente più boschi o serate in spiaggia a contare le stelle, niente pomeriggi in giro con gli amici in bicicletta a giocare a pallone.
Amo i musei, come quello di Storia Naturale e i concerti di musica sinfonica o jazz… dove non posso più andare.
Voi lavorate, ma la nostra vita si è fermata! Lo avete capito!? L’avete fermata voi, ma non ve ne rendete nemmeno conto!

Vi faccio una proposta. O si torna a scuola velocemente senza mascherine e distanziamento, oppure spegniamo per protesta tutti i computer.
La DAD non è fare scuola. Che scuola è una scuola a distanza! Solo per fare le ore previste dai programmi ministeriali?!
Non voglio abituarmi a questo. Scuola vuol dire relazione, visione d’insieme, solidarietà con i miei compagni.

Quando finirà tutta questa storia!? Continuano a ripetere che il mondo non tornerà più come prima. Io sono qui per vivere la mia vita! Non si parla mai di noi ragazzi. Noi non siamo un dettaglio. Siamo quelli che dovranno vivere in questa società che cade a pezzi.

Cosa propongo io?

– vietare l’acquisto del cibo spazzatura al supermercato e preferire i mercati o i produttori di cibo salutare e di qualità (con sgravi fiscali per insegnare a non mangiare schifezze);
– tenere aperti i piccoli negozi e gli artigiani nelle città;
– abolire la televisione;
– usare il computer solo per fare ricerche e comunicare con il resto del mondo;
– montare piccoli palchi in ogni piazza per far esibire musicisti ed artisti.
– aprire le scuole tutto il giorno, per andare anche a suonare e fare laboratori e feste gestite dagli studenti;
– proteggere i nonni e le persone a rischio, facendoli camminare al sole e mangiare bene;
– trasformare tutti gli studi dei medici di base in piccoli centri attrezzati per fare prevenzione vera e costruire un sistema di aiuto comunitario;
– fare una legge severissima per chi, in questa emergenza sanitaria, ha falsificato dati, corrotto, rubato, o si è arricchito sulla pelle delle persone malate o le ha fatte ammalare;
– creare un Parlamentino dell’Acqua e dell’Ambiente dei ragazzi, con tutti i rappresentanti locali, per ripulire il nostro bellissimo territorio invece di stare a casa sul divano.

Ricordatevi che ogni scelta che voi prendete oggi determinerà un effetto anche su di noi, che non abbiamo costruito il mondo così come ce lo siamo trovato.

Per ora ho visto confusione, paura, ho sentito parlare di corruzione nell’emergenza, e ho più paura di questo che del virus.
Perché continuate a dire che questa storia non finirà mai?! Sono preoccupato per il mio futuro. Ora non riesco a vedere nulla.

Alcuni giorni fa ho studiato il discorso di Piero Calamandrei. C’è un passaggio che mi ha colpito. “La libertà è come l’aria, ci si accorge di quanto vale quando comincia a mancare. Quando si sente quel senso di asfissia che gli uomini della mia generazione hanno sentito per vent’anni”.

Spero che tutto ciò finisca presto.

Enea