“Fermare tutte le campagne di vaccinazione di massa contro il Covid-19” – l’appello di Geert Vander Bossche, ricercatore belga indipendente, dottore di ricerca in virologia

Dobbiamo fermare tutte le campagne di vaccinazione di massa contro il Covid 19 in corso perché un beneficio temporaneo per la salute dei gruppi più vulnerabili non giustifica un disastro sanitario pubblico internazional.

Geert Vanden Bossche, DVM, dottore di ricerca in virologia, ricercatore indipendente esperto di vaccini, ex SPO presso la Bill & Melinda Gates Foundation e SPM a GAVI, sollecita l’OMS e i leader politici mondiali a interrompere immediatamente tutte le campagne di vaccinazione di massa contro il Covid-19 in corso poiché vi sono prove convincenti che presto peggioreranno drammaticamente le conseguenze dell’attuale pandemia.

In allegato a questa lettera troverete un riassunto del manoscritto che attualmente sto terminando. Inizialmente avevo intenzione di allegarlo integralmente alla mia lettera. Comunque vista l’eccezionale urgenza del mio appello, non ho altra scelta che inviarvi il riepilogo (+ conclusione) in anticipo. Pubblicherò̀
il manoscritto per intero su LinkedIn appena potrò (presumibilmente nel corso della prossima settimana), e in esso condividerò̀ le mie intuizioni sulla patogenesi immunitaria delle pandemie da Coronavirus. Queste si basano su un’analisi approfondita della letteratura scientifica relativa al Covid-19 (saranno aggiunte le fonti bibliografiche principali) e sono sostenute dalla mia profonda conoscenza dei vaccini e dalla mia incessante perseveranza nello svelare i meccanismi di difesa immunitaria degli organismi che ospitano i virus e le strategie che i virus hanno sviluppato per sfuggirvi. Comprendere l’interazione tra il virus e il sistema immunitario dell’organismo ospite è un prerequisito per progettare vaccini in grado di opporsi alla strategia immunosovversiva dei patogeni infettivi. Io non penso che sia ragionevole che l’OMS o qualsiasi altra autorità sanitaria approvi l’”uso di emergenza” dei vaccini volto a condurre campagne di vaccinazione di massa nel pieno di una pandemia infettiva senza aver acquisito una comprensione approfondita di quale impatto questo possa avere sull’esito della pandemia.

In particolare, la mancanza di comprensione delle conseguenze della pressione immunitaria su virus altamente mutabili ha ora consentito l’approvazione di una serie di vaccini contro il Covid-19 completamente controindicati per combattere una pandemia, indipendentemente dalla tecnologia utilizzata. Sebbene siano sicuri ed efficaci e forniscano un sollievo temporaneo a parte della popolazione e alle strutture sanitarie, questi vaccini faranno pagare presto un pesante tributo all’intera popolazione se le campagne di vaccinazione di massa continueranno.

Anche in questo caso, data l’urgenza del mio appello, non concederò tempo per la revisione tra pari, né per la correzione delle bozze in inglese, né per la messa a punto della redazione o per l’esame delle ridondanze. Poiché cerco semplicemente di fornire prove scientifiche sufficienti per suonare questo campanello d’allarme, non tratterò le questioni rilevanti nel modo esauriente in cui lo farei normalmente. Chiaramente, il manoscritto in arrivo non è stato preparato per essere inviato a una rivista scientifica soggetta a peer-review, ma per spiegare la logica scientifica dietro il mio grido di angoscia e appello urgente al risveglio. Possano, per l’amor di Dio, attirare l’attenzione del mondo su quello che penso sia ora probabile che diventi il più grande e tragico errore commesso nella storia della salute pubblica in generale e nel campo della vaccinazione in particolare.

Per supportare il mio appello al risveglio e la mia credibilità, non mi affido tanto alle mie credenziali (che si possono trovare su LinkedIn: https://www.linkedin.com/in/geertvandenbossche/ ) poiché mi trovo in una gamma diversificata di rapporti scientifici rilevanti della letteratura, anche sull’evoluzione della pandemia stessa. Quest’ultima è ora caratterizzata dall’emergere di varianti virali molto più infettive.

Tuttavia, per ora si potrebbe ancora optare per il non credere alle dichiarazioni, conclusioni e previsioni che
saranno realizzate in questo manoscritto e che sono già state riassunte come nell’allegato. Tuttavia, io
non dubito che nei giorni e nelle settimane a venire i “San Tommaso” dovranno ammettere di essersi rivelati in errore. Nel frattempo, queste disastrose campagne di vaccinazione saranno probabilmente intensificate e perfino estese a fasce di età più giovani. Dato il potere, l’influenza e la cieca ambizione di chi
guida queste campagne, sarà incredibilmente difficile fermare quest’atto di totale follia. Quando
tutti loro dovranno finalmente ammettere le conseguenze catastrofiche di questo “esperimento”, tempo prezioso e, cosa più importante, molte più vite saranno andate perse. Alla fine, sarà probabile che blocchi completi saranno imposti per un periodo di tempo indefinito come ultima risorsa.

Sebbene in gran parte basate su prove scientifiche dirette o indirette, le opinioni espresse nel manoscritto
saranno le mie opinioni personali. Ovviamente mi assumo la piena responsabilità di ciò che dico e posso solo sperare che coloro che sono in carica saranno sufficientemente convinti da assumersi le proprie responsabilità e interrompere immediatamente tutte le campagne di vaccinazione anti-Covid-19 in corso. Non ci dovrebbero essere scuse e certamente nessuna lamentela sulla mancanza di avvisi da parte di esperti dediti al tema. Non posso sottolineare abbastanza che continuare questi sforzi di vaccinazione prolungherà drammaticamente, invece di accorciare, l’attuale pandemia e farà pagare un prezzo molto più alto, in termini di tassi di malattia e mortalità, in tutta la popolazione. Va da sé che un tale peggioramento di questa crisi avrà conseguenze socio-economiche insopportabili per molti anni a venire.

Il manoscritto fornirà prove convincenti che – per quanto riguarda le infezioni virali acute autolimitanti – il corso naturale (cioè senza intervento umano!) di una pandemia da Coronavirus è tipicamente caratterizzato da 3 ondate che alla fine si appiattiscono quando l’infezione si fonde in un “comune raffreddore” stagionale. Tuttavia, è difficile prevedere quanto tempo impiegherebbe una pandemia naturale di Covid-19 per “declassare” a un altro tipo di “raffreddore comune” stagionale senza intervento umano. Forse da qualche parte tra i 2 e i 4 anni, ma è un’ipotesi personale. Questo, ovviamente, non vuol dire che nel frattempo non si dovrebbe fare tutto il possibile per mitigare la malattia in coloro che sviluppano sintomi gravi. Ma“ primum non nocere ”: data l’enorme quantità di fuga dall’ immunizzazione che verrà provocata dalle
campagne di vaccinazione di massa e dalle misure di contenimento che le accompagneranno, è difficile immaginare come gli interventi umani non farebbero sì che la pandemia di Covid-19 si trasformi in un disastro incredibile per la salute individuale e globale.

Avrei potuto mettere insieme il manoscritto allegato senza aver dedicato gli ultimi 10
anni della mia carriera a progettare un concetto di vaccino completamente nuovo, che mira a rendere il nostro sistema immunitario capace di uccidere una moltitudine di malattie infettive (e anche non infettive) senza consentire ai patogeni, o a qualsiasi loro edizione “variante”, di sfuggire alla risposta immunitaria indotta. Al contrario, tutti gli attuali vaccini contro il Covid-19 si basano sul rafforzamento dell’immunità adattativa (anziché innata) in generale e umorale (cioè anticorpi) in particolare. Quindi, nessuno di loro impedirà la fuga dall’immunizzazione e, del resto, tutti saranno soggetti a resistenza antivirale. Adattare la composizione alle nuove varianti in circolazione non risolve il problema poiché la scienza ci dice che questo accelera anche il tasso di fuga dall’ immunizzazione (nei portatori asintomatici di Covid-19).

Non sorprende che, mentre ora siamo diventati così consapevoli di tutte le drammatiche conseguenze e
minacce riguardanti la resistenza microbica agli antibiotici, non crediamo ancora che combattere i virus in modi che non li uccidono completamente apre la porta alla resistenza ai vaccini? Mentre ci è stato insegnato a prendere sempre il farmaco per tutto il tempo prescritto, anche se ci sentivamo già molto meglio,
ancora non sembriamo credere che i virus possano sfuggire a specifici anticorpi se le concentrazioni di anticorpi o di affinità non sono più sufficienti a neutralizzarli. E’ generalmente riconosciuto che l’uso diffuso di antibiotici solleva una seria preoccupazione globale sulla resistenza antimicrobica, ma nessuno sembra preoccuparsi della resistenza ai vaccini utilizzati nelle campagne di vaccinazione di massa nel contesto di una pandemia in corso. Poiché questi sono condotti in un enorme contesto infettivo, una moltitudine di vaccinati saranno in fase di sieroconversione mentre saranno esposti a virus infettivi in circolazione.
I vaccini preventivi contro malattie infettive virali o di altro tipo vengono generalmente somministrati con largo anticipo su un probabile rischio di esposizione infettiva. Mentre questo garantisce una protezione completa dagli agenti infettivi, impedisce anche la fuga dall’immunizzazione e quindi la resistenza al vaccino. Non stiamo già assistendo a un numero crescente di casi di persone vaccinate contro il Covid-19 che ancora diffondono il virus e a volte sviluppano anche sintomi lievi? Questi casi non sono abbastanza convincenti per dimostrare quanto facilmente i virus Covid-19 possono sfuggire alle risposte anticorpali? Come possiamo essere così entusiasti degli attuali vaccini contro il Covid-19 sapendo che consentono la fuga dall’immunizzazione e quindi consentono al virus di selezionare varianti più contagiose ? E pensiamo davvero che perseguire un vaccino a una dose (invece del programma di vaccinazione prescritto a 2 dosi), come alcuni propongono, non accelererà ancora la fuga dall’immunizzazione?

Nel nostro tentativo ingenuo e semplicistico di impedire alla pandemia di seguire il suo corso naturale, di fatto stiamo fornendo alla bestia un’opportunità ancora migliore di sfuggire all’immunità dell’organismo ospitante rispetto all’infezione naturale. L’unico modo per fare meglio della pandemia naturale è sradicare subito il Covid-19. Per farlo, probabilmente non c’è altro modo che concentrarsi sulle strategie di vaccinazione che consentono di innescare IN MODO DUREVOLE cellule immunitarie killer innate (cioè cellule NK), la cui attivazione è già stata dimostrata in rapporto con la completa eliminazione virale in soggetti con infezione da Covid-19 asintomatica. Poiché le cellule citotossiche innate consentono l’uccisione non specifica dell’antigene del virus, non portano alla fuga dall’ immunizzazione.

Implementando strategie di intervento immunitario che capitalizzano il potenziamento di queste cellule immunitarie innate per acquisire la memoria immunologica, deve essere possibile proteggere completamente, ampiamente e durevolmente le popolazioni umane contro tutte le versioni del Covid-19 e persino contro i Coronavirus in generale.  L’ immunità ‘sterilizzante’ che forniscono non proteggerebbe solo le persone che diventerebbero “naturalmente” infette in modo asintomatico (ma, sfortunatamente, godono di protezione naturale solo fintanto che mantengono il loro sistema immunitario innato ben addestrato attraverso un’esposizione moderata ma regolare a patogeni), ma anche soggetti che svilupperebbero “naturalmente” sintomi (gravi) o addirittura soccomberebbero alla malattia.

In conclusione, promuovere lo sviluppo di vaccini a base di cellule NK dovrebbe diventare una priorità di sanità pubblica. Come risulterà ovvio dal manoscritto, le cellule NK sono una grande promessa per fermare tutta questa pandemia alla radice, garantendo nel contempo la preparazione futura alle minacce pandemiche emergenti in generale.

L’annullamento immediato di tutte le campagne di vaccinazione di massa contro il Covid-19 in corso dovrebbe ora diventare la più acuta emergenza sanitaria di interesse internazionale.

 

Riepilogo esecutivo 

Il manoscritto, che è attualmente in fase di conclusione, dovrebbe far luce su come il virus, e soprattutto la sua interazione con il sistema immunitario ospite, determina il corso naturale (cioè senza intervento umano) di una pandemia da Coronavirus (CoV). L’interazione tra la difesa immunitaria dell’ospite e la fuga virale dall’immunizzazione determina il corso di una pandemia naturale da CoV (inclusa una pandemia naturale da Covid-19).

Nella clinica, è noto che la fuga virale dall’immunizzazione si verifica quando la capacità neutralizzante degli anticorpi sierologici (Abs) non è sufficiente ad eliminare completamente i virus altamente mutabili (ad esempio, CoV) per mancanza di concentrazione o affinità. In un contesto di pandemia da CoV, la sieroconversione si verifica in un contesto di alta pressione infettiva ed è, quindi, incline a promuovere la fuga dall’immunizzazione virale.

La prima ondata di malattia[1] (e mortalità) colpisce principalmente le persone anziane (o soggetti immunocompromessi per altri motivi). Ci si aspetta che la fuga selettiva (cioè adattativa) dall’immunizzazione causi questa ondata per passare a una seconda ondata più grave nelle fasce di età più giovane. Successivamente, la fuga dall’immunizzazione non selettiva (cioè innata) e selettiva operata da varianti virali sempre più infettive innescherà una terza ondata. Quest’ultima interesserebbe principalmente i soggetti guariti dalla malattia contratta durante la prima ondata, perché i loro anticorpi sieroneutralizzanti
non corrispondono più alle nuove varianti virali in circolazione. Questa terza ondata di malattia (e
mortalità) finirebbe quando coloro che si sono ripresi dalla malattia avranno sviluppato nuovi anticorpi funzionanti contro queste varianti di fuga dall’immunizzazione. Poiché la sieroconversione in questo gruppo ora si verificherà molto più velocemente (a causa del richiamo delle cellule di memoria T helper cross-reattive) e poiché la maggior parte della popolazione giovane e di mezza età sarà sieronegativa o
si sarà già sieroconvertita quando la terza ondata inizierà ad espandersi, le possibilità del virus di sfuggire alla risposta anticorpale dell’ospite sono scarse. Gli asintomatici[2] e gli individui sieronegativi (cioè, la maggior parte dei giovani e delle persone di mezza età) possono diffondere il virus in seguito a (re)infezione e quindi, costituiscono una fonte rilevante di trasmissione virale. Tuttavia, l’infezione da CoV in questi portatori asintomatici termina dopo un breve periodo di diffusione virale. E’ probabile che l’eliminazione virale in questi soggetti si verifichi attraverso l’attivazione delle cellule NK. Queste ultime sono in grado di riconoscere i pattern non specifici antigenici (Ag) associati al CoV sulla superficie delle cellule bersaglio epiteliali infettate dal CoV. Poiché l’uccisione da parte delle cellule NK non è quindi specifica per gli antigeni e poiché la sieroconversione nei soggetti con infezione asintomatica è solo di breve durata, la fuga virale dall’immunizzazione normalmente non si verifica. Di conseguenza, è improbabile che emergano varianti nuove e più contagiose fino a quando l’infettività virale non aumenta drasticamente.

Quando si sarà arrivati al punto in cui non si verificherà nessuna fuga dall’immunizzazione, la pandemia sarà sotto controllo e si fonderà in un’infezione endemica. Tuttavia, finché non viene raggiunto questo punto, qualsiasi pressione aggiuntiva di selezione immunitaria, ad esempio come risultato di una concentrazione non ottimale o di affinità degli anticorpi sierologici specifici degli antigeni (ad esempio, specifici della proteina spike) consentirà al virus di sviluppare rapidamente varianti di fuga dall’immunizzazione più infettive. Un’ulteriore pressione di selezione immunitaria, soprattutto se esercitata durante la seconda ondata di una pandemia da CoV, è probabile che precipiti e amplifichi la fuga virale dall’immunizzazione. Ciò potrebbe anche causare la fusione della seconda e della terza ondata in una singola,
enorme ondata di mortalità e malattia che colpirebbe tutti gli strati della popolazione (forse con l’
eccezione dei bambini piccoli).

Soprattutto le campagne di vaccinazione di massa, in particolare se condotte nel bel mezzo di una
pandemia, sono inclini a esercitare un’enorme pressione immunitaria sui ceppi virali in circolazione. Questo  perché il vaccino viene utilizzato in un contesto sempre più contagioso (poiché le varianti di fuga sono maggiormente contagiose). Le campagne di vaccinazione di massa accelereranno l’emergere di forme di varianti di fuga dall’immunizzazione ancora più infettive. Questo perché il numero di destinatari del vaccino che si sarà sieroconvertito entro un dato periodo di tempo aumenterà notevolmente[3] . Inoltre, gli anticorpi sierologici specifici per gli antigeni e ad alta affinità indotti da uno qualsiasi degli attuali vaccini supereranno
gli anticorpi IgM delle mucose, naturali e ampiamente protettivi, poiché questi ultimi si legano solo con bassa affinità al dominio di legame del recettore di CoV (RBD). Ciò influirà in particolare sulla resistenza naturale delle fasce di età più giovani che, grazie a un sistema immunitario innato ben allenato, hanno resistito alla malattia durante la prima ondata. Le nuove varianti CoV in circolazione ora possono anche essere in grado di sfuggire alla linea di difesa immunitaria non specifica della variante CoV dell’ospite al portale di ingresso della mucosa. Queste fasce di età possono, quindi, diventare
più suscettibili alle infezioni sintomatiche e alla diffusione causata da varianti più infettive.

Ma le campagne di vaccinazione di massa avranno anche gravi conseguenze per coloro che hanno ottenuto il vaccino per primi (principalmente gli anziani, i malati o le persone altrimenti immunocompromesse). Nel caso, molto probabile, che la vaccinazione di massa si risolva presto in una resistenza antivirale (vedi sotto), queste persone non avranno più un minimo di immunità su cui contare. A differenza del virus infettivo in circolazione, i vaccini attuali non contengono nessun disegno critico delle cellule killer o non riescono ad attivare le cellule killer dedicate. Va, quindi, da sé che le risposte immunitarie indotte dal vaccino porteranno inevitabilmente a un notevole aumento dei tassi di morbilità e mortalità in tutta la popolazione umana (ad eccezione dei bambini piccoli?).

Oltre a tutto quanto sopra, una bassa esposizione ai ceppi di CoV in circolazione (p. es., a causa di stringenti
misure di contenimento) indebolirà sempre più l’immunità innata delle mucose per mancanza di allenamento. Ancora una volta, questo è particolarmente rilevante per coloro che – grazie alle loro difese immunitarie innate sufficienti e adeguate – sono riusciti a cavarsela con un’infezione asintomatica durante la prima ondata.  Le misure di prevenzione diffuse e rigorose delle infezioni stanno ora compromettendo sempre più la loro immunità innata e rendendoli più suscettibili alle infezioni sintomatiche. Soprattutto le fasce di età più giovani possono, quindi, finire con l’avere tassi di morbilità e mortalità relativamente più elevati, anche indipendentemente dall’emergere di varianti virali più infettive. Questo per dire che le misure di prevenzione dell’ infezione ampiamente attuate non faranno che amplificare le conseguenze, già dannose, delle campagne di vaccinazione di massa in corso. È ragionevole presumere che la combinazione di fuga non selettiva e selettiva dall’immunizzazione causerà un’esplosione dei tassi di morbilità e mortalità nelle fasce di età più giovani.

Più le campagne di vaccinazione anti-Covid-19 nei gruppi di giovani e di mezza età saranno ritardate (cioè, rispetto al loro inizio negli anziani), più aumenteranno i tassi di morbilità e mortalità tra di loro. Nel momento in cui le campagne di vaccinazione di massa nei gruppi di giovani e di persone di mezza età staranno per iniziare, un numero considerevole di queste persone sarà già stato infettato dal Covid-19. I tassi di infezione da varianti virali altamente infettive aumentati hanno accresciuto significativamente la probabilità che si infettino di nuovo mentre si trovano in fase di sieroconversione. Quindi, quando verranno avviate le vaccinazioni, la fuga virale dall’immunizzazione in questo gruppo potrebbe già alimentare un circolo vizioso di maggiore infettività virale risultante in più sieroconversione e quindi più fuga dall’immunizzazione. Le campagne di vaccinazione di massa in questo gruppo non faranno che peggiorare drasticamente la situazione in quanto porteranno a un veloce e massiccio aumento del numero di soggetti asintomatici in fase di sieroconversione in un contesto altamente contagioso, e, quindi, inclini a promuovere la fuga dall’immunizzazione virale. Poiché naturalmente non hanno motivi di isolarsi, ci saranno molte opportunità che i ceppi altamente infettivi in circolazione si replichino in presenza di titoli anticorpali non ottimali e, quindi, sfuggano al controllo immunitario dell’ospite.

Quindi, più le campagne di vaccinazione in questo gruppo saranno ritardate, più sarà accelerata la selezione di varianti virali ancora più infettive. Il conseguente aumento esponenziale dei tassi di fuga dall’immunizzazione virale alla fine consentirà alle varianti virali di sfondare perfino la protezione mediata dal vaccino negli anziani. Poiché i loro anticorpi sierologici non corrispondono alle varianti emergenti sempre più infettive, non riusciranno più a controllare la replicazione e la diffusione virali e consentiranno rapidamente una massiccia fuga dall’immunizzazione virale. Poiché gli anticorpi sierologici sieroprotettivi
conferiscono protezione principalmente mirando all’RBD del Covid-19, il virus ora selezionerà sempre di più
mutazioni in questa particolare parte della proteina spike, in quanto sono quelle che lo mettono in grado più prontamente di sfuggire agli anticorpi sierologici indotti dal vaccino. Ciò accelererà inevitabilmente la resistenza al vaccino. Come risultato della vaccinazione di massa, le persone che hanno ricevuto il vaccino per prime improvvisamente non saranno più protette e, nonostante la vaccinazione, cadranno preda di un’ondata di morbilità e mortalità catastrofiche.

Non ci possono quindi essere dubbi sul fatto che le attuali strategie di vaccinazione stiano rendendo ancora più catastrofico l’impatto delle campagne di vaccinazione di massa, e che aumentano solo la grandezza del disastro sanitario globale incombente. Tuttavia, la vaccinazione di massa danneggia anche la salute individuale in quanto gli anticorpi sierologici specifici per le varianti indotti dal vaccino supereranno quelli naturali delle mucose, non specifici per le varianti, nel legarsi alle varianti CoV, e quindi priveranno gli individui della loro ampia protezione immunitaria naturale.

Poiché le campagne di vaccinazione su larga scala, combinate con l’attuazione sostenuta di diverse misure di contenimento, accelereranno solo il verificarsi di mutazioni di fuga dall’immunizzazione virale, l’illusoria speranza che gli attuali vaccini contro il Covid-19 possano generare l’immunità di gregge dovrebbe essere buttata a mare una volta per tutte.

Sulla stessa linea di ragionamento, non è impensabile che il Covid-19 farà ancora una volta un salto di specie. Non si può assolutamente escludere che con la crescita di varianti del virus mediate dalla selezione del sistema immunitario, il Covid-19 sarà finalmente in grado di passare ad altre specie animali, in particolare bestiame industriale (ad esempio, allevamenti intensivi di suini e pollame ad elevata densità) poiché i) queste specie sono già note per ospitare diversi Coronavirus e ii) variabilità / mutazioni nella stessa proteina spike, e in particolare nella RBD, sono note per essere responsabili dei cambiamenti nel tropismo / suscettibilità dell’ospite. In maniera simile a quanto accade con i virus influenzali, queste specie animali potrebbero quindi costituire un serbatoio per il virus SARS-COVID-2.
A seconda della prevalenza di CoV animali in circolazione in tali allevamenti (e quindi, del livello di
immunità appresa), quegli animali potrebbero ora servire come portatori asintomatici, in tal modo
costituendo una seria minaccia per gli esseri umani.

Conclusione:

La combinazione di vaccinazioni di massa e misure di prevenzione delle infezioni è una ricetta per un disastro sanitario globale. Seguendo la scienza, si deve concludere che tutte le fasce di età (forse con l’eccezione dei bambini piccoli) saranno pesantemente colpite e soggette a tassi di morbilità e
mortalità molto più alti e che aumenteranno molto più velocemente rispetto a quelli previsti durante il

corso naturale di una pandemia da CoV. Ciò si realizzerà in particolare se la sequenza delle vaccinazioni di  massa successive alla prima ondata infettiva sarà parallela a quella dell’infezione naturale (cioè, prima le persone immunocompromesse e gli anziani, seguiti dalle fasce di età più giovani).

A nessuno, del resto, dovrebbe essere concesso il diritto di implementare prodotti farmaceutici e interventi immunitari non farmaceutici, soprattutto non durante una pandemia virale, e certamente non senza una conoscenza approfondita della patogenesi immunitaria di una pandemia virale. Quando si segue la scienza, e nient’altro che la scienza, diventa estremamente difficile non etichettare le campagne di vaccinazione di massa in corso come un crimine, non solo per la salute pubblica ma anche per quella dei singoli.

Per convalidare il ragionamento di cui sopra, il manoscritto spiegherà innanzitutto come i componenti del sistema immunitario innato possono proteggere dal Covid-19 e rendere l’infezione asintomatica. Poi  spiegherà più in dettaglio perché e come, in una popolazione immunologicamente ignara del Covid-19,
la fuga immunitaria selettiva (cioè adattativa) della popolazione sposta la prima ondata di malattia e morte dai soggetti anziani (e immunocompromessi) a quelli che all’inizio della pandemia sono riusciti a cavarsela con un’infezione asintomatica (cioè, il segmento della popolazione più giovane e di mezza età). Allo stesso modo, verrà spiegato come la fuga virale dall’immunizzazione sposta l’esplosione di morbilità e mortalità dalla popolazione infetta in modo asintomatico verso gli anziani, e come la popolazione alla fine controlla la pandemia controllando la fuga virale dall’immunizzazione. Questo illustrerà già l’importanza fondamentale di essiccare il contributo mutevole dell’ immunità innata e adattativa per la difesa immunitaria complessiva della popolazione contro una pandemia virale. Capire queste dinamiche aiuta a comprendere il corso sofisticato di una pandemia naturale da CoV, come alla fine si fonde in un’infezione endemica e perché l’intervento umano ha avuto un impatto altamente dannoso sulla raffinata interazione tra il virus e il suo ospite. Per quanto riguarda il secondo, il devastante impatto sulla salute globale delle campagne di vaccinazione di massa in corso e delle misure di contenimento rigorose e diffuse che le accompagnano saranno spiegate in modo più dettagliato, poiché le conseguenze sulla salute globale e individuale potrebbero essere semplicemente insopportabili per molti anni a venire.

Dopo la sezione introduttiva sui meccanismi di difesa immunitaria innata rilevanti per il Covid-19,
altri argomenti rilevanti saranno affrontati sotto forma di domande e risposte. Infine, una sezione sarà dedicata alla logica scientifica per l’utilizzo di vaccini a base di cellule NK che potrebbero fornire un’immunità sterilizzante e, quindi, spazzare via il Covid-19 e le relative varianti tutte insieme.

 

Il corso naturale di una pandemia da CoV è controllato dall’ immunità innata e adattativa della popolazione e drammaticamente aggravato dai vaccini a base di anticorpi se usati in campagne di vaccinazione di massa
condotte nel corso della pandemia e affiancate da stringenti misure di contenimento

✶✶

(resistenza al vaccino)

✶ NAC: Portatore asintomatico naturale: ai fini di questo manoscritto, NAC è
definito come un soggetto che dispone di un livello di immunità innata abbastanza alto da resistere alle malattie

✶✶ nonNAC: ai fini di questo manoscritto, nonNAC è definito come un soggetto che non è dotato di un livello di immunità innata abbastanza alto da poter resistere alla malattia se esposto a virus infettivi durante la prima ondata

Autore: G. Vanden Bossche, DVM, PhD; 26 febbraio 2021

[1] Ai fini del manoscritto, “malattia” si riferisce alla alattia grave da Covid-19 con coinvolgimento delle vie respiratorie inferiori.

[2] Ai fini del manoscritto, l’infezione “asintomatica” si riferisce all’infezione da CoV che non causa
sintomi clinicamente rilevanti o causa solo un livello lieve di malattia (cioè, coinvolge solo le vie respiratorie superiori)

[3] Come i soggetti infettati naturalmente, i vaccinati hanno bisogno di tempo per sviluppare una risposta anticorpale specifica per gli antigeni a tutti gli effetti.