Intervento alla PlenariaR2020, Interfuochi Veneto, del 7 febbraio 2021, a Marcon.

Intervento alla PlenariaR2020, Interfuochi Veneto, del 7 febbraio 2021, a Marcon.

“Ordine del Giorno: “democrazia rappresentativa e realtà parallela”

Introduzione:

Possiamo supporre che tutto quello che sta succedendo a livello politico non avviene per caso ma perché si sono creati nel tempo i presupposti perché questo potesse succedere, come l’arrivo del Presidente del Consiglio incaricato Mario Draghi per la formazione del Governo. Sembrerebbe sia conseguenza di un incontro del gruppo Bilderbeng (30 maggio, 2 giugno 2020) dell’anno scorso a cui ha partecipato Matteo Renzi. Come sembrerebbe sia stato previsto, nel caso il governo Draghi non andasse in porto e si andasse ad lezioni, di ingabbiare l’Italia con misure nate per fare  in modo che risulti indifferente il fatto che al governo ci vada una forza politica oppure un’altra.

Probabilmente c’era già, dall’anno scorso, questo progetto nell’agenda di chi ci governa.

La proposta era quella di tornare a credere ad una democrazia rappresentativa, con dei rappresentanti onesti, sorretta da una attenta partecipazione nei territori, tornando a dare fiducia alla politica.

Altri vorrebbero costruire una “realtà parallela” che renda obsoleto il vecchio sistema

Per la prima ipotesi,  per ora, purtroppo, non  sussiste una “volontà” politica di unire le forze alternative al sistema, sotto un unico simbolo, per far tornare lo Stato di diritto e dare rappresentanza alle  iniziative e rivendicazioni di vario tipo che sarebbero necessarie, soprattutto in questo stato di emergenza sanitaria. Forse per le difficoltà sopra esposte.

Per la seconda ipotesi tanti a livello personale o in piccoli gruppi ci stanno provando.

Secondo me le due vie dovrebbero andare di pari passo.

Si può supporre che la situazione sia destinata a spaccarsi. Una parte della popolazione accetterà consapevolmente di essere schiava con tutte le conseguenze della schiavitù soprattutto mentale, con la cattiveria verso chi schiavo non vuole essere e una parte minoritaria della popolazione farà di  tutto per non diventare schiava.

Sulla constatazione che indietro non si torna è un fatto evidente.

Una prima possibilità di resistenza pratica individuale è cercare di resistere in gruppi che possono essere più o meno piccoli ma che sono degli scogli importanti, degli scogli che possono resistere in mezzo alla tempeste Il grande pericolo di un periodo di questo genere è l’isolamento, dei bambini, dei ragazzi, degli adulti e le regole che ci circondano ci portano quasi naturalmente ad isolarci. L’essere umano inizia a dare il meglio di sé sempre in piccoli gruppi di persone, non in grandi masse.

Soprattutto cercare di creare, anche a livello micro comunitario, dei rapporti umani forti e stabili perché il vero pericolo che stiamo notando è la disintegrazione dei rapporti umani che sono rarefatti.

C’è un altro lavoro da fare che è quello di tenere deste le coscienze perché è impressionante l‘assuefazione, l’accettazione anche del ricatto.

E quello di salvaguardare la salute mentale, impedire l’anestetizzazione delle coscienze .

Un terzo aspetto è che abbiamo perso il senso della realtà, stiamo accettando che chi governa non è scelto da noi, che non ci corrisponde.

Un certo numero di persone che hanno incominciato a porsi un po’di problemi si spingono a cercare soluzioni parallele, laterali, alternative che non vanno contro ma vanno di fianco, che evitano il conflitto ma puntano a una responsabilità diretta delle persone sempre più diffusa, sempre più in basso.

Un esempio di responsabilità diretta delle persone è rappresentato dalle piccole comunità agricole.  Ho avuto la fortuna di intervistare Damiano,  uno dei responsabili  del Progetto “Gaia Terra e il titolare della fattoria didattica “Il Rosmarino”, Piergiorgio.
Vediamo gli argomenti che accomunano le due interviste (in allegato riporto la versione completa):
Nella prima una totale sfiducia verso le amministrazioni locali, perché elette dalla maggioranza non hanno la capacità di comprendere la realtà delle piccole comunità.
Nella seconda si dice che la collaborazione con la politica locale è possibile nei piccoli comuni perché già quelli più grandi sono più vincolati  dalla politica centrale. Però dire che non si debba fare non si può dire neanche questo, perchè farsi vedere, farsi sentire è comunque importante.
Per cambiare il mondo in cui viviamo occorre iniziare dalla nostra vita, dalle persone che abbiamo vicino. Più la scala si ampia e meno conti. I valori delle minoranze si annacquano e la necessità di fare compromessi che è di cercare le logiche di maggioranza, diventa urgente.
Possiamo cambiare noi stessi solo attraverso l’azione, non con le chiacchiere. Non dobbiamo aspettarci che cambino gli altri. Dobbiamo agire noi, fare noi e poi  faranno gli altri magari…. Che dopo questa cosa abbia incidenza a un livello più ampio nessuno lo può dire, tanto più sei coerente tanto più qualcuno si ricorderà di te, in qualche modo dai coraggio agli altri.

Titolari della Fattoria Rosmarino sono Piergiorgio e Cristina

Per fare onore  alla Fattoria che ci ospita ho cercato di riassumere un argomento di Cristina a cui tiene molto : “quando si viene in questo luogo si pensa all’accoglienza, a un luogo in cui ci si può incontrare per stare bene assieme ma sfugge l’aspetto essenziale della Fattoria.

E’ un nucleo di persone che cercano da tanti anni di esprimere un messaggio, che cercano di lavorare verso l’autosufficienza, che chiudono le filiere, che si creano un minimo di economia, Non ci sono tanti posti dove si coltiva il grano che ha le macchine per  pulirlo, per macinarlo, dove vengono lavorati tutti i passaggi le cui attività richiedono un costo, abilità e conoscenze, è una delle poche Fattorie che svolge per l’intero il ciclo di produzione.

E un  l’argomento a cui Piergiorgio tiene molto : ”la centratura personale avviene attraverso il rapporto con la terra e i suoi prodotti. Non è una cosa che puoi costruire mentalmente, ha a che fare con il corpo, una centratura del corpo si costruisce dall’inizio e cresce negli anni.

L’uomo moderno è tutto portato lontano da questo, è portato lontano da se stesso, nega la sua umanità. Il consumatore deve perdere questo legame, quando l’uomo è diventato consumatore ha perso  la sua libertà e la sua identità. Noi non nasciamo per dipendere da un supermercato, nasciamo perchè attorno a noi ci sono dei frutti, degli animali che ci nutrono, del cibo a nostra disposizione. Nasciamo intrinsecamente per nutrirci di ciò che la terra ci offre e nasciamo ben piantati sul suolo.

La civiltà ci trasforma in un essere che dipende dal commercio e si muove in ambienti artificiali  che ci separano da questo contatto basico, quindi siamo allontanati da noi stessi e in questo modo perdiamo autonomia, coscienza, diventiamo da uomo sapiens a uomo consumatore che è un’altra mutazione antropologica.

Una volta che è compiuta questa mutazione, non c’è più rimedio alla schiavitù, perché la nozione di uomo galleggia nel nulla, non è più ancorata ad una esperienza primigenia, da un rapporto  personale con le condizioni che garantiscono la tua esistenza, la tua esistenza è garantita da un  sistema di produzione capitalistico strutturato in un certo modo.

Se viene meno il sistema  di produzione capitalistico la sua esistenza non ha più ragione di essere, quindi sei una funzione dipendente, uno schiavo per essenza, una forma di schiavitù molto più radicale del passato che era una schiavitù fisica. Adesso non siamo costretti con la forza ma non potremmo  fare diversamente, perchè non siamo più capaci di fare diversamente, non siamo neanche capaci di pensare la nostra esistenza in modo diverso. E’ la forma più profonda di schiavitù, stiamo arrivando alla forma vera di schiavitù per cui neanche il nostro corpo ci appartiene. Quando la politica diventa gestione della sanità, neanche la salute del tuo corpo, dei tuoi organi ti appartiene. Non puoi decidere nulla neanche del tuo corpo, quale forma di schiavitù più profonda, Diventi la quinta essenza dell’uomo consumatore. Anche la sessualità è diventata un fenomeno consumistico, tutti  gli aspetti dell’uomo si sono trasformati ed in questo la sanità è la quintessenza.

Tornare al rapporto con la terra è un sogno di salvezza. “

 

Interviste allegate

Sentiamo  cosa dicono i rappresentanti di due piccole comunità: il Progetto Gaia Terra, in provincia di Udine e la Fattoria didattica il Rosmarino di Marcon (Ve).

Damiano del Progetto Gaia Terra:”Ho avuto dei problemi con l’Amministrazione locale sia nel voler entrare in un partito sia da collaboratore esterno al  Comune. La difficoltà di essere ascoltato, la difficoltà a condividere alcuni pensieri l‘ho sempre vista. Questo perchè il votato parla la lingua del votante. E’ un problema legato alla dinamica della rappresentazione politica, le persone votano qualcun altro perché credono a questa rappresentatività che è una forma di deresponsabilizzazione che annichilisce l’essere umano. E’ una utopia che la democrazia  rappresentativa sia portavoce di una democrazia partecipativa. Ci sono tante associazioni in  Italia ma sono molto disperse, sono molto separate e sono molto interessate alle proprie attività.

Occorre creare attività con le persone che hanno interessi simili. Vedo una disconnessione con le Amministrazioni e dialogare con persone che non hanno voglia di farlo. Tanto vale mettere assieme due persone che hanno gli stessi interessi e farle dialogare. Non vedo il senso di dialogare con persone che hanno altri interessi perché l’ho già fatto ed avendolo già fatto, sprecare tempo, parlare con persone disinteressate non ha senso. Non ha senso farsi rappresentare da una associazione per dire qualcosa, lo posso dire io quel qualcosa, a prescindere.

Guardo le cose che mi interessano e agisco su quelle, sulle cose che posso cambiare con le mie mani, possiamo farlo in due in quattro, in sei,  su quelle cose che posso gestire io. Aspettarsi che le Istituzioni agiscano quando sono state fatte per non cambiare, la macchina  pubblica non è fatta per essere mutevole.

Per esempio sono stato contrastato a piantare più alberi nel mio Comune,  anche se fatto a spese mie, altre iniziative culturali come il pedibus che è una iniziativa di mobilità scolastica a piedi non è andato a buon fine perché la collettività non la sentiva, diceva che non c’era il bisogno….

Occorrerebbe occuparsi più del verde, del rispetto della terra. Per le Istituzioni sono discorsi incomprensibili, non riescono a comprendere. All’inizio mi dava fastidio, adesso ho accettato la situazione….

“Gaia Terra” è un progetto culturale molto ampio e molto diversificato che ha come obiettivi anche di interfacciarsi con la società, non essere autoreferenziale, comunque rivolto all’accoglienza e alla contaminazione  con  delle attività che interessano me e anche agli altri.

E’ un progetto in divenire ma credo che abbia molto senso. In questo momento specifico storico ha ancora più senso perché chi sta in una comunità, in un gruppo di persone si salva, chi sta da solo sta male.

Chi è solo, è un dato di fatto, in questo periodo contingente legato all’emergenza sanitaria,  soffre. Nella realtà in cui vivo sono  assieme a con 15 persone per cui non vedo la differenza  fra fuori e dentro la comunità.

La micro comunità in questo momento specifico si salva. Chi sta dentro sta molto meno peggio….

Vedo tanti piccoli nuclei di persone che sono anche interessante a fare qualcosa di utile ma sono slegate, sono limitate, sono poche,  mentre la maggior parte di persone sono orientate agli interessi propri….

Se non si fa la  differenza nelle micro comunità, intendo Comuni, figurarsi nei grandi Comuni, dove gli interessi sono spostati in un altro posto.

C’è una massa di persone che hanno un trend distruttivo, nelle relazioni, nel modo di trattare la terra, nel modo di gestire le cose in generale.

Gli esseri umani possono agire nella loro cerchia di relazioni. E’ anche sbagliato farsi aspettative troppo grandi.

Non puoi agire su sistemi un cui non hai controllo e quindi se lo fai rischi di deluderti e basta.

Non credo nella democrazia rappresentativa, se anche mandi al parlamento delle persone valide sono inserite in un sistema che è “altro, che è slegato” Dovrebbero essere tutti come la Cunial ma questa cosa non è realizzabile perchè non vedo un trend migliorativo.

Solo quando le coscienze delle persone cambieranno allora lì  forse avrà un senso ma fino a quando (la democrazia) sarà rappresentativa nel vero senso della parola perché tutti devono aver diritto di parola…..

Più che parlare devono cambiare le coscienze, devono cambiare le persone agendo praticamente nelle loro vite personali, io nella mia, tu nella tua e poi quelle degli altri e gli altri faranno da sé.  Se devi aspettarti che devono cambiare gli altri prima… buonanotte.. Devi agire tu,cambiare tu, fare tu, e poi  faranno gli altri magari….

Si cambia agendo praticamente, perchè se non agisci non fai…. cosa fai parli? Devi agire, mettere in pratica, ciò che credi, ciò che  stai dicendo, ciò che vuoi, altrimenti non è neanche coerente aspettare che gli altri cambino quando non lo fai tu.

Se le persone sono isolate, nel vero senso della parola, ognuno nel proprio orticello, per riuscire a fare qualcosa devono prima interagire.

E’ un grosso  bel risultato quello che stanno facendo fare: più le persone sono isolate, più stanno male e meno sono sinergiche e più controllabili e manipolabili ancora più di prima.

Si sta meglio nella comunità dove stanno le persone vicine, le persone separate stanno male, si occupano del proprio orticello e basta, da lì non si spostano, è un discorso dispersivo ma vedo reale.…

Prima bisogna mettere in pratica ciò che si crede, è chiaro che è complicato

 

Piergiorgio della fattoria Il Rosmarino: Penso che le minoranze sono importanti , le minoranze portano avanti dei temi che la Grande Politica di solito non elabora che sono temi importanti, occorre che queste minoranze siano organizzate e che si facciano sentire, questo è il loro apporto alla politica.

Questo comporta la possibilità che questi temi vengono attuati, realizzati,ascoltati o vengono semplicemente strumentalizzati, è una cosa difficile. Di solito vengono strumentalizzati come slogan e non attuati mai. Il ruolo delle minoranze è anche questo. Sicuramente le minoranze non devono chiudersi, il loro apporto alla politica è un rapporto ideale, riuscire a comunicare correttamente anche nelle scelte pubbliche. Poi la politica è fatta di tante cose. Prima di quella locale, la politica, è fatta di vari organismi associativi,di controllo di cui la società è composta, poi ci sono le amministrazioni locali comunali, provinciali, regionali.

Sicuramente più si è vicini alla base più c’è la possibilità di contare qualcosa, più la scala si ampia e meno conti. I valori delle minoranze si  annacquano e la necessità di fare compromessi che è di cercare le logiche di maggioranza, diventa urgente.
E’ difficile andare a contare qualcosa a livello nazionale perché il governo non è dato dalla politica ma dall’economia a livello mondiale, la politica è soltanto una questione delle masse. La politica può solo cambiare un po’ i termini, i modi, può rallentare, accelerare. La scelta è quella però, magari in Italia, sarà attuata tra due o tre anni, tra quattro anni, tra cinque anni. Scelte che sono già state prese, già rallentarle è un’ottima cosa. Pensiamo agli organismi geneticamente modificati. Nella maggior parte del mondo è l’unica forma di agricoltura. In Europa e in Italia siamo riusciti a rallentare questa produzione. Non è che cambiamo il sistema, nelle Università si studia questo tipo di agricoltura. Le scelte comunque son quelle…

Anche le amministrazioni locali devono subire delle scelte che non dipendono da loro, hanno anche il ricatto delle risorse economiche che in ogni caso vengono erogate dal centro, però hanno una autonomia.

Hanno la possibilità di organizzare eventi, le ordinanze, hanno ancora una fascia di autonomia. Hanno ancora la polizia locale che ha uno straordinario potere. A livello di Comunale, soprattutto se sono comuni  piccoli. Le grandi città hanno le mani legate come tutte le altre forme amministrative, però nei piccoli  comuni le minoranze possono contare molto.

Ci sono dei piccoli comuni dove sono nati degli eco villaggi, spesso il sindaco o gli amministratori del Comune sono membri dell’eco villaggio. Questo è un bel megafono perché il sindaco può partecipare ad incontri provinciali, regionali. Può far valere questo punto di vista in sede più ampia. Però ad un certo livello della politica.

L’eco villaggio è un movimento vario e sfaccettato che ha obiettivi diversi. E’ molto difficile creare una unità fra gli eco villaggi. Poi non ci sono solo gli eco villaggi, ci sono delle forme di cohousing , ci sono le forme legate all’economia di scambio. C’è una quantità di piccoli movimenti che nascono perchè vogliono cambiare l’economia e gli stili di vita. Gli obiettivi sono sempre simili ma come vengono interpretati ci sono grandi differenze. Stiamo parlando che complessivamente coinvolgeranno fra partecipanti, simpatizzanti in Italia 70, 80 mila persone. Stiamo parlando di numeri piccoli. Sembrano tanti perché attraverso i social ci si incontra con facilità, si parla. Tutte le volte che si legge un tema sembra che ci siano tante persone che lo condividono, ma poi sono sempre le stesse.

La mia opinione è che la situazione è destina a spaccarsi. Una parte della popolazione accetterà consapevolmente di essere schiava con tutte le conseguenze della schiavitù soprattutto mentale, con la cattiveria verso chi schiavo non vuole essere e una parte della popolazione, uno 0,5 uno 0,2 farà di  tutto per non diventare schiava.

Bisogna capire dove le comunità possono attecchire, attecchiscono in un ambiente che non è del tutto tranquillo. Questa fattoria vive in una” bolla”, in una situazione in cui per l’ambiente esterno pare incomprensibile quello che noi facciamo e la nostra esistenza, però in questa  “bolla” nessun ci ha mai toccato e quindi ci è sempre stato permesso di sviluppare in libertà. Non siamo stati aiutati ma non siamo stati presi di mira come altre realtà.

La situazione ideale c’è quando vi è una certa integrazione.

L’eco villaggio Arcobaleno che nasce negli anni 70 a Zelarino (Ve) da una comunità hippy, essendo stato il comune di Mestre di sinistra, le forze della sinistra hanno sempre ruotato attorno a questo gruppo di innovatori strani. Alcuni amministratori locali sono usciti dal giro del cerchio di amicizie che ruotava attorno a questa realtà. Sono stati coccolati dalla Municipalità, consiglio di quartiere, assessorati al sociale. Hanno potuto fare tante cose che, secondo me, erano al limite perchè c’era una fascia di protezione attorno. In 40 anni, 50 anni di storia un migliaio di persone sono entrate in contatto, hanno fruito delle cose che venivano fatte in questo luogo per cui hanno avuto modo di fare politica.

Il grosso problema è uscire dalla chiacchiera. Cosa che contraddistingue la società  di massa, è un vociferare continuo. Mezzi di massa, i social,ecc… la gente si parla di continuo.

Dalla confusione non nasce nessuna scelta di vita, non si consolida niente. E’ come se continuassi ad agitare l’acqua di continuo, non si deposita niente. Bisogna trovare delle forme diverse di comunicazione. Fino a  che siamo immersi in questo vociferare continuo, anche fra noi, la nostra volontà di essere un po’meno schiavi si annacqua tantissimo.

Bisognerà riflettere sulle forme alternative. L’incontro sicuramente, utilizzare altre forme della nostra mente. Noi abbiamo molte possibilità di entrare in contatto con gli altri e non lo sappiamo, per esempio lo stile di vita. E’lo stile di vita la più forte forma di comunicazione. Siamo degli esseri sociali, viviamo male da soli, possiamo vivere da soli per un periodo ma non è una cosa naturale, per rafforzarci abbiamo bisogno di verifiche di continue.

Occorre unirsi con quelli che la pensano nello stesso modo e mettere in atto dei progetti che hanno a che vedere con il fare, con l’autonomia dei consumi.

Prendiamo tutti i discorsi legati alle vaccinazioni. Ti dicono: vuoi lavorare, vuoi avere uno stipendio, una pensione,qualsiasi forma di reddito, ti devi vaccinare. Bisogna essere in grado di dire che non  ho bisogno di niente. Vuoi partecipare alla gabbia che abbiamo costruita  per te? Stai a queste regole. Non partecipi? Hai una realtà tua? Allora fai i fatti tuoi. Ma occorre essere in grado di farsi gli affari propri.

Occorre diminuire i bisogni, di avere questo rapporto tecnologico… La tecnologia è la prima forma di schiavitù. E’ libertà fino ad un certo livello, poi diventa schiavitù.

Questa è una strada, l’altra strada è la democrazia rappresentativa.

L’esperienza ci dice che quando entri nella politica ad un certo livello sei costretto a dei compromessi continui o fingi, quindi racconti una cosa alla base e nei fai un’altra con i tuoi simili. Dici la doppia verità come abbiamo visto in tanti movimenti Verdi, 5 Stelle, ecc… in Parlamento le cose peggiori le hanno fatte loro….

Però dire che non si debba fare non si può dire neanche questo perché farsi vedere, farsi sentire è comunque importante.

Man mano che si esce da quello che possiamo fare noi, si cerca di avere uno sguardo, tutto si annacqua. Su quello che possiamo fare noi personalmente e le persone che ti stanno attorno possiamo avere le idee chiare, su quello che invece bisognerebbe fare con grandi numeri diventa un po’ difficile perché poi viene manipolato. E’ già previsto. I nostri ambiti di resistenza sono già previsti.

Quando costruisci gabbie per animali sai già che ci saranno degli animali che proveranno di tutto per evadere allora prevedi che quell’animale lì non lo potrai legare perché se lo leghi si ammazza e quindi gli consenti una relativa libertà che però è già prevista.

Quando cerchi di farti valere, in una scala più grande, l’energia che viene indirizzata, a loro conviene. Il sistema prende l’energia delle persone e le indirizza dove il sistema vuole.

Il cambiamento della società impercettibilmente ha sempre fatto delle grandi curve di virata che poi sono diventate  colonne del sistema, che volevano  cambiare.

Quello che contano sono le testimonianze vere non le chiacchiere. Chi ha inciso, chi ha cambiato la propria vita e la vita di coloro che sono venuti in contatto con lui, non sono quelli che dicevano cosa bisognerebbe fare, ma quelli che fanno.

Quello che stai facendo non te lo può togliere nessun perché non è una cosa raccontata o vorresti che fosse fatta, lo stai facendo. Che dopo questa cosa abbia incidenza a un livello più ampio nessuno lo può dire, tanto più sei coerente tanto più qualcuno si ricorderà di te, in qualche modo dai coraggio agli altri.

 

Altri argomenti:

  • Parlare e portare le “regole di convivenza” messe in testa al gruppo Telegram Venezia Mes3 R2020
  • parlare della grande Antenna 5G che stanno installando nel Comune di Marcon (Ve) e azioni da intraprendere
  • di contattare e invitare al prossimo Fuoco Venezia Mestre un/una rappresentante di Real Human Rights . https://www.humanrightsinternational.org/it/chi-siamo-hri.html
    si intessano dei Dritti Umani, Gruppi di acquisto, baratto….
    Faranno un incontro a Marcon il 27 e 28 febbraio 2021

 

 

daniela semenzato

 Fuoco Venezia Mestre

(alcune riflessioni sono state ispirate dai video di Gianluca Marletta e Guido Grossi)

5  febbraio 2020