Roma, 26 gen. – “Ciò che sta avvenendo è gravissimo. In questi giorni, si sta impedendo a un parlamentare democraticamente eletto dal popolo italiano, di esprimere legittimamente il proprio mandato e di adempiere al proprio incarico, anzi al suo più alto incarico in relazione all’elezione del Presidente della Repubblica. Per questo, tramite l’avvocato Edoardo Polacco, ho sporto denuncia, contro il presidente Fico e contro ignoti”. Ad affermarlo è la deputata Sara Cunial a margine dell’esclusione al voto per eleggere il Presidente della Repubblica.
“L’esclusione della sottoscritta, non consentendomi neanche l’ingresso insieme ai parlamentari malati/positivi, con green pass revocato e quindi con il mio stesso status giuridico, è un atto illegittimo, lesivo non solo dei miei diritti ma della nostra stessa Carta Costituzionale e della normativa nazionale e internazionale di riferimento – continua – Il regolamento UE n. 953/21 vieta, infatti, la discriminazione di chi sceglie di non essere vaccinato. Lo sanno bene i Deputati Questori e la Presidenza del Consiglio dei Ministri che hanno normato d’urgenza le votazioni al fine di consentire a tutti i parlamentari il diritto al voto, anche a quelli ai quali era stato revocato il green pass perché positivi e/o malati di covid, creando ‘una apposita postazione ubicata presso l’area esterna della Camera sita in Via della Missione’, e consentendo inoltre, agli stessi malati, in spregio alla legge attuale, lo spostamento in auto, da un punto all’altro dell’Italia. Io chiedevo di votare con costoro, dalla mia auto nel parcheggio esterno riservato appunto al voto dei positivi/malati di covid, privi come me di green pass. Mi è stato impedito. Così come mi è stato impedito di sporgere denuncia sul luogo, in quanto i carabinieri lì presenti si sono rifiutati di intervenire in spregio a numerosi articoli del codice penale, tra cui il possibile reato di violenza privata e abuso di ufficio, per cui ho sporto altresì denuncia. Forse a qualcuno sfugge che quello che oggi sta succedendo alla sottoscritta, un domani potrebbe accadere a chiunque, a un altro parlamentare e a qualsiasi cittadino che non accetterà di essere schedato per veder ottemperati i propri diritti. È questa la strada che vogliamo percorrere? È questa l’Italia che vogliamo lasciare ai nostri figli? Un’Italia di privilegi e diritti a scadenza, in cui non vige più la Costituzione e la giustizia resta a guardare compiersi l’ingiustizia? – conclude – Perché in un paese in cui i diritti sono per pochi e per, più o meno, breve tempo, non ci potrà mai essere né vera libertà, né vera democrazia. E chi oggi non si oppone a questo, domani sarà chiamato complice”.