Ad una persona aderente al Fuoco Valdimagra, che lavora in una struttura per disabili, sono state fatte pressioni e ventilate minacce perché accetti il vaccino. Dopo il personale toccherà agli utenti del servizio? La domanda è legittima e la preoccupazione è molta.
I modelli di lettera predisposti dalla nostra Area Legale sono risultati utili per rispondere alle pressioni sul luogo di lavoro, per quanto riguarda l’informazione agli assistiti e alle loro famiglie abbiamo predisposto una sintesi della situazione attuale, attingendo da varie fonti, che sono state riportate.
Va anzitutto precisato che i nuovi vaccini hanno/avranno un’autorizzazione al commercio in procedura d’emergenza (autorizzazione condizionata). Rispetto agli standard dei vecchi vaccini, le sperimentazioni per i vaccini antiCovid-19 si sono svolte con tempi molto brevi giustificati dall’urgenza e dalla gravità della pandemia, dalle nuove tecnologie utilizzate e dall’enorme erogazione di fondi pubblici. L’EMA ha ridotto di 10 volte i tempi generali di istruttoria per esprimere un parere (1).
Questo ha portato, per quanto riguarda il vaccino Pfizer/BioNTech, ad un preoccupante elenco di incompletezza nelle informazioni sul vaccino, ovvero:
- uso durante gravidanza e allattamento;
- uso in pazienti immunocompromessi;
- uso in pazienti fragili con morbilità;
- uso in pazienti con disturbi autoimmuni o infiammatori;
- interazione con altri vaccini;
- dati sulla sicurezza a lungo termine;
- impatti sulla fertilità;
- somministrazione prima dei 16 anni;
- durata e qualità della copertura vaccinale.
Va poi aggiunto che in alcuni vaccini, quali quello di Pfizer-BioNTech e Moderna, viene applicata la tecnologia mRNA, che non era mai stata oggetto di licenza da parte delle Autorità regolatorie e, pertanto, non è mai stata ancora testata in condizioni reali e su vasta scala.
Nell’European Public Assessment Report (EPAR) si evidenzia inoltre che nel prodotto finito sono inclusi due nuovi eccipienti, mai utilizzati in vaccini iniettabili: il lipide cationico ALC-0315 e il lipide PEGilato ALC-0159 dei quali sono fornite informazioni limitate (2)
La presenza di PEG in individui con anticorpi PEG preesistenti potrebbe addirittura portare ad una anafilassi potenzialmente letale. [Comilva 26.12.2020 – Efficienza e sicurezza dei vaccini mRNA]
Il livello di rischio sulla somministrazione di questi vaccini è anche testimoniata dalla Comunicazione della Commissione “COM(2020) 245 final1” del 17.6.2020, dove si legge:
“Il quadro proposto è pertanto una polizza assicurativa che trasferisce parte del rischio dall’industria alle autorità pubbliche in cambio della garanzia per gli Stati membri di un accesso equo e a un prezzo abbordabile al vaccino, una volta disponibile.”
Inoltre il Financial Times è venuto a conoscenza di un promemoria diffuso ai membri da Vaccines Europe, una divisione della Federazione Europea delle Industrie e delle Associazioni Farmaceutiche (European Federation of Pharmaceutical Industries and Associations, EFPIA) e ne riporta uno stralcio: “La velocità e la portata dello sviluppo e del lancio impediscono di produrre la stessa quantità di evidenze fondamentali che normalmente sarebbero disponibili attraverso studi clinici estesi nel tempo e attraverso l’esperienza degli operatori sanitari”.
Nel documento si afferma che ciò crea rischi “inevitabili” e che va sostenuto un “sistema di indennizzo totalmente privo di responsabilità e di contraddittorio oltre all’esenzione da responsabilità civile”. (2)
Difronte a questo quadro il governo italiano, nel Piano strategico vaccinazione anti Sars CoV 2, da atto di fatto dell’insufficienza dei dati disponibili, poiché prevede che: “Le raccomandazioni [in merito al programma di vaccinazione] saranno soggette a modifiche e verranno aggiornate in base all’evoluzione delle conoscenze e alle informazioni su efficacia vaccinale e/o immunogenicità in diversi gruppi di età e fattori di rischio, sulla sicurezza della vaccinazione in diversi gruppi di età e gruppi a rischio, sull’effetto del vaccino sull’acquisizione dell’infezione, e sulla trasmissione o sulla protezione da forme gravi di malattia. E ancora: “La strategia di sanità pubblica per questa fase si focalizzerà inizialmente sulla riduzione diretta della morbilità e della mortalità, nonché sul mantenimento dei servizi essenziali più critici. Successivamente, qualora uno o più vaccini si mostrino in grado di prevenire l’infezione, si focalizzerà l’attenzione … E aggiunge: ”è necessario predisporre una sorveglianza aggiuntiva sulla sicurezza dei vaccini stessi …. L’AIFA …. promuoverà l’avvio di alcuni studi indipendenti post-autorizzativi sui vaccini COVID….. Sarà infine importante valutare la risposta immunitaria indotta dal vaccino in diversi gruppi di popolazione, in particolare su durata e qualità della risposta”.
Dal che si può desumere che gli obiettivi di questi programmi vaccinali (ad esempio eradicazione, eliminazione, contenimento della patologia) non sono ad oggi ben definibili anche per le conoscenze ancora incomplete delle caratteristiche di questo virus. Non a caso l’AIFA ha ricordato che “ancora non sappiamo in maniera definitiva se la vaccinazione impedisce solo la manifestazione della malattia o anche il trasmettersi dell’infezione”. Quindi sebbene possa essere plausibile che la vaccinazione protegga dall’infezione, i vaccinati e le persone che sono in contatto con loro devono continuare ad adottare le misure di protezione anti COVID-19. Questo significa che i vaccinati potrebbero solo non presentare i sintomi della malattia ma essere comunque portatori del virus, divenendo così una potenziale fonte di diffusione della malattia. Inoltre “vi sarà sempre una porzione di vaccinati che non svilupperà la difesa immunitaria”. A oggi non si può dunque sostenere che la vaccinazione produrrà immunità di gregge, vi sono incognite in merito all’efficacia, alla durata e alla qualità dell’immunità che dovrebbe acquisirsi con il vaccino. (1)
Questo significa inoltre che allo stato delle conoscenze non è sostenibile un ‘dovere etico’ di assumere il vaccino per proteggere gli altri. (1)
Vi è poi il problema della mutazione dei virus RNA, per questa ragione anche i vaccini contro il SARS-Cov-2, sia biotecnologici che attenuati o inattivati, presenteranno questa criticità che è alla base della inefficacia della vaccinazione. L’AIFA si limita a dire che in seguito a mutazione: “appare improbabile un effetto negativo sulla vaccinazione”. (3)
Si devono per ultimo evidenziare alcune gravi criticità manifestatasi dopo l’inizio delle campagne vaccinali, si sono verificate in Tennesse (dove il caso non è stato ancora chiarito), a Miami, in Svizzera, in Alaska e in Portogallo, purtroppo anche con decessi, ma anche in Cohauila (Messico) e recentemente anche a L’Aquila e Genova (dove purtroppo si registra la morte di una anziana in una RSA).
Comunque stiano le cose le statistiche ad oggi parlano di una media del 2.35% dei vaccinati che subiscono un impatto sulla salute, con incapacità di svolgere le normali attività quotidiane, di lavorare, e che necessitano di assistenza medica o sanitaria. (2)
(1) Medicina Democratica, 31/12/2020 – La posizione della Rete Sostenibilità e Salute sui nuovi vaccini antiCovid-19
(2) Comilva 31.12 – Vaccini Covid: quali garanzie in ambito regolatorio e di controllo?
(3) Corvelva – Il vaccino che verrà (maggio 2020)